Autore: Ufficio Stampa

CODICE DEGLI APPALTI. «Per i contratti dei servizi, si attui una normativa specifica che ridefinisca la revisione dei prezzi»

Da diverse settimane sono iniziate una serie di verifiche, sia in sede ministeriale che parlamentare, propedeutiche ad una fase correttiva del nuovo Codice degli Appalti, vigente da giugno 2023. Modifiche e iniziative che dovrebbero specificare e migliorare l’attuazione di quanto già previsto dalla norma.

Ricordiamo però che quando già il nuovo codice era in fase di scrittura, l’intero comparto dei servizi aveva chiesto norme specifiche per la regolamentazione dei contratti, norme differenti da quelle previste per i lavori pubblici, che sono state rimandate a questa fase attuativa attraverso la costituzione di una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio e di un piano nazionale dei servizi strategici del Paese presso il CIPESS, strumenti su cui ad oggi l’attività parlamentare è del tutto inadempiente.

Attendiamo e chiediamo da mesi la possibilità di specifiche norme per le nostre tipologie di contratti, soprattutto una nuova e chiara norma per la revisione dei prezzi per i contratti ad esecuzione periodica o continuativa come sono quelli di servizi. Per la Ristorazione Collettiva è ormai un passaggio esiziale visto che essa non ha nessuna possibilità di vedersi riconoscere l’adeguamento dei prezzi all’incremento dei costi sostenuti. Solo per restituire la dimensione al fenomeno inflattivo di cui parliamo: nel biennio 2022-2023 l’aumento dei costi, per i soli generi alimentari, ammonta addirittura al 18,6%, senza considerare l’aumento dei costi normali di produzione.

Il comparto della ristorazione collettiva, che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone, con un fatturato annuo di sei miliardi di euro, fornisce un servizio di pubblica utilità fondamentale, ad esempio, per scuole e ospedali. In considerazione della sua importanza, più volte è stato fatto presente che il settore necessita del sostegno immediato delle Istituzioni governative, sia attraverso iniziative tempestive di supporto, che tramite interventi strutturali come la modifica del codice appalti.

Il Presidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, sottolinea la necessità di interventi strutturali: «Non è accettabile che i meccanismi di adeguamento dei prezzi per i contratti di lavori pubblici siano applicati in modo identico ai servizi. Non si può non vedere che i lavori da una parte ed i servizi (e le forniture) dall’altra sono tipologie di attività economiche profondamente e strutturalmente diverse. Quindi, occorre logica e coerenza conseguenti! Riteniamo che il meccanismo di revisione dei prezzi, imposto dall’articolo 60, debba rispecchiare adeguatamente l’andamento effettivo dei costi. Per i contratti ad esecuzione periodica o continuativa la revisione venga operata annualmente applicando ai corrispettivi gli indici ISTAT FOI, ovvero modalità di cui è titolare la pubblica amministrazione, altrimenti è elementare dedurre che l’equilibrio economico dei contratti salti, come è già saltato in questi due anni.

ANIR Confindustria invita pertanto a intraprendere atti risolutivi e corretti per regolamentare la revisione dei prezzi nel mondo dei servizi, onde evitare una immediata crisi del settore e nessuna possibilità di crescita e sviluppo per migliaia di aziende e per una platea di lavoratori che complessivamente ammonta a oltre 5 milioni, considerando l’indotto della ristorazione collettiva, settore che ha già pagato prezzi molto alti per la pandemia prima e l’aumento dei costi poi.

PREZZI AL CONSUMO. L’aumento dei generi alimentari soffoca la ristorazione collettiva: +18,6 nel biennio 2022 – 2023

Il nuovo anno si apre con una certezza: mentre l’inflazione tende a scendere, i prezzi dei beni alimentari continuano ad aumentare. I nuovi dati ISTAT dei prezzi al consumo e del calcolo dell’inflazione su base annuale, che tutti hanno guardato con speranza per il rallentamento su base tendenziale dell’inflazione (5,7% contro l’8,1% del 2022), evidenziano in modo allarmante, ancora una volta, la disposizione ostinata e contraria dei beni alimentari non lavorati e, più in generale, dell’intero comparto alimentare che, su base annua ha visto un aumento del 9,8% nel 2023 (contro l’8,8% del 2022). A questi si aggiungano anche gli aumenti relativi ai costi di produzione industriale. Rialzi fuori controllo che da mesi stanno mettendo in ginocchio il settore della ristorazione collettiva, nel totale disinteresse delle parti sociali, politiche e governative, come se il problema di un intero settore che occupa centinaia di migliaia di persone, produce un miliardo di pasti l’anno per circa sei miliardi di fatturato, non esistesse.

«Il nostro settore e le nostre aziende» afferma Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria, «hanno dovuto affrontare, nel biennio 2022-2023, un aumento dei prezzi vertiginoso: parliamo del 18,6%. E non solo: abbiamo dovuto far fonte a questa escalation dei prodotti alimentari, con le sole nostre forze, perché il Codice degli Appalti non permette l’adeguamento dei prezzi ai maggiori costi e nessuna misura economica di sostegno è stata adottata per far fronte alle spese già sostenute. Oltre a far fronte alla crisi, diventa fondamentale l’intervento perché si continui a offrire un servizio fondamentale di pubblica utilità, universale come quello delle mense, ad esempio negli ospedali e nelle scuole.

Abbiamo davanti un nuovo anno che rischia di certificare una profonda crisi strutturale del nostro comparto, mi sembra evidente che questa situazione non possa essere confinata all’interno delle dinamiche di rinnovo per il Contratto nazionale, (CCNL turismo e pubblici esercizi che riguarda circa 600.000 lavoratori) per cui faremo fino in fondo la nostra parte. Durante questo 2024, diventa vitale per tutto il nostro settore cambiare la rotta di una situazione che è diventata insostenibile: modificare il Codice Appalti affinché riconosca automaticamente gli adeguamenti dei prezzi, stabilire un intervento economico per sostenere le imprese che hanno fatto fronte all’aumento incontrollato dei prezzi dei beni alimentari con fondi propri, affrontare la contrattazione nazionale della ristorazione collettiva in ottica di crescita, di sviluppo del settore, di maggiore valorizzazione delle risorse umane e non di mera conservazione e cristallizzazione delle parti, motivi per cui chiediamo di istituire un Tavolo nazionale della ristorazione collettiva, a cui far partecipare tutta la filiera, in cui poter affrontare tutte le questioni del settore tra Istituzioni, imprese, parti sociali e stakeholder».

Sciopero settore turismo. ANIR Confindustria: «Esclusi dal tavolo delle trattative, vogliamo incontro con i Sindacati e Governo»

Apprendiamo che per l’intera giornata del 22 dicembre è stato dichiarato, da parte delle organizzazioni sindacali, lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori a cui viene applicato il contratto nazionale dei pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale. Come ANIR riteniamo importante che su vicende di primaria importanza, come questa, vi siano informazioni corrette. Perché rappresentiamo un cospicuo gruppo di aziende, con la più grande rappresentanza del settore in termini di personale impiegato e, in particolar modo, considerando anche il momento di particolare difficoltà che sta attraversando la ristorazione collettiva.

«Abbiamo più volte fatto richiesta di partecipazione al Tavolo di rinnovo del Contratto collettivo nazionale» afferma il Presidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, «con riguardo particolare agli addetti alla ristorazione collettiva. Crediamo sia importante ribadire la specificità del settore, soprattutto in un momento di difficoltà come quello che stiamo attraversando. La ristorazione collettiva ha svolto, e continua a svolgere, un ruolo di pubblica utilità che impone modelli di gestione e organizzativi diversi da quelli di alberghi, bar, ristoranti. È inspiegabile per noi, anche visto il numero di lavoratrici e lavoratori che sono impiegati presso le aziende che rappresentiamo, riscontrare una indisponibilità delle altre parti coinvolte nella negoziazione, a consentire la partecipazione al tavolo del rinnovo del CCNL di settore. Abbiamo chiesto un confronto con le sigle sindacali, ma fino ad oggi non c’è stato dato. Comprendiamo le ragioni dello sciopero, ma non possiamo sentirci responsabili dei motivi dell’interruzione delle trattative, proprio perché non abbiamo potuto prenderne parte. Inoltre, denunciamo da tempo che se la questione del caro prezzi non viene messa al centro della discussione, insieme al contratto si rischia di portare questo settore al tracollo. È arrivato il momento in cui vanno prese decisioni e introdotte misure all’altezza della gravità dei problemi, sia dei lavoratori che delle aziende. Continuare a operare a compartimenti stagni è, a nostro avviso, dannoso e non porterà alcun beneficio alla ristorazione collettiva italiana».

MENSE SCOLASTICHE E POVERTÀ EDUCATIVE.ANIR CONFINDUSTRIA: «Pronti a fare la nostra parte per colmare il divario sociale»

Solo il 55,2% dei bambini delle scuole primarie ha accesso al servizio mensa, in alcune zone della Sicilia la percentuale varia dal 6% all’8%. Il 13,4% dei minori vive in una condizione di povertà e proprio a mensa potrebbe consumare l’unico pasto equilibrato e sano al giorno. Save The Children presenta una nuova ricerca sulle mense, insieme all’Osservatorio sui conti pubblici italiani, dal titolo ‘Mense scolastiche: un servizio essenziale per ridurre le disuguaglianze’, in cui si evidenziano i dati allarmanti sullo stato della ristorazione collettiva scolastica in Italia.

Evidenziamo ancora una volta l’importanza che garantire il tempo pieno e l’accesso alla mensa scolastica, deve essere visto soprattutto come uno strumento fondamentale per contrastare l’abbandono scolastico e come basilare contrasto alle disuguaglianze, a dimostrazione che il servizio della ristorazione scolastica è di per sé un servizio pubblico essenziale ed importante. Attualmente il divario, tra chi ha la possibilità di avere una mensa scolastica e chi no, è molto ampio e molto differenziato tra il nord e il sud dell’Italia, un gap che va colmato, dove le aziende della ristorazione collettiva e l’amministrazione pubblica possono fare subito la differenza.

«Con il PNRR si sta facendo un passo in avanti importante» dice Massimo Piacenti, presidente di ANIR Confindustria, «per poter fornire servizi fondamentali laddove attualmente non ci sono. Giusta la richiesta avanzata in questo studio di Save the Children di un impegno economico maggiore, da aggiungersi a quello del PNRR, per garantire a maggiori fasce di popolazione, la fruizione gratuita delle mense. Ribadiamo, come abbiamo già ribadito anche a Save The Children, come imprese della ristorazione collettiva, la più ampia e totale disponibilità̀ e a confrontarci direttamente con le amministrazioni pubbliche affinché il divario sociale possa essere ridotto nel minor tempo possibile. ANIR Confindustria sta investendo in concetti come cibo pubblico e pasto giusto proprio perché consapevoli che le nostre società forniscono un servizio essenziale che, dove c’è, dà il suo contributo non solo in termini nutrizionali, ma anche formativi e sociali».

Save The Children – Mense scolastiche: un servizio essenziale per ridurre le disuguaglianze

Controlli mense, ANIR Confindustria: «Bene gli accertamenti, si difende la professionalità delle aziende sane e si garantiscono gli utenti»

«Destano preoccupazione le notizie diffuse in queste ore sui controlli effettuati dai NAS, che riguardano non solo l’operato delle aziende ma anche la conduzione dei locali e delle attrezzature da parte delle stazioni appaltanti, presso circa 1000 aziende di ristorazione collettiva, per cui risulterebbero un numero pari ad un quarto di irregolarità con violazioni penali e amministrative. Un leggero miglioramento rispetto ai controlli del Marzo scorso, dove le irregolarità erano state del 33%. Riteniamo questi accertamenti garanzia soprattutto per chi opera, in modo professionale e nel rispetto delle regole, in un settore così essenziale, oltre a garantire i cittadini che usufruiscono del servizio.

La ristorazione collettiva rappresenta un servizio che non si ferma e non si può fermare, per la sua importanza e il suo impatto sulla qualità della vita delle persone che ne fruiscono. ANIR Confindustria non ha mai smesso di chiedere il totale rispetto dei più alti standard di qualità. Anche per questo, riteniamo che premiare la qualità significhi abolire il massimo ribasso negli appalti, garantendo il pieno rispetto del CCNL e implementando formazione e specializzazione del personale. Per questo abbiamo bisogno che le clausole di revisione dei prezzi vengano rese obbligatorie per adeguarsi al mutare delle circostanze, come l’inflazione. Crediamo che i controlli costituiscano una garanzia per chi fa bene il proprio servizio e per gli utenti finali che ne fruiscono, perché oltre alle sanzioni previste che vengono comminate a chi non rispetta le norme di legge, tengono altissima l’attenzione sulla qualità dei servizi offerti e sulla loro corretta somministrazione. Crediamo nella grande importanza della ristorazione collettiva nel sistema paese, e siamo convinti vada difesa e sostenuta anche attraverso puntuali e precisi controlli, a cui daremo la nostra massima collaborazione che spero possa portare ad un incontro di ulteriori intenti con chi li effettua, come i NAS». È quanto dichiara il Presidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti.

 

Le rappresentanze dei servizi integrati insieme per chiedere un intervento sul public procurement al parlamento europeo

È esteso l’invito per l’importante e significativo evento organizzato da Food Service Europe, EFCI e CoESS, le tre federazioni europee che rappresentano rispettivamente le imprese della ristorazione collettiva, del cleaning e facility services e della sicurezza privata dal titolo “ “Improving EU Public Procurement – a vision from the industrial cleaning, private security and contract catering sectors ” che si terrà a Bruxelles il prossimo 14 novembre.

Per la prima volta, i settori del cleaning, della sicurezza privata e della ristorazione collettiva si troveranno insieme a discutere con le Istituzioni politiche europee, con gli stakeholders ed i rappresentanti dei singoli settori, di quale sarà il futuro del Public procurement, alla luce del lavoro di revisione delle Linee guida che il Parlamento Europeo sta portando avanti, in un contesto economico ancora particolarmente difficile.

Auspicando la massima partecipazione, in allegato qui troverete l’invito e i dettagli dell’evento, e il link del programma e per la registrazione.

Qualora siate interessati a partecipare potete comunque mettervi in contatto con la nostra segreteria segreteria@asso.anir.it per tutte le informazioni del caso.

ANIR Confindustria avvia i lavori tre commissioni a supporto delle imprese: Area Mercato, Qualità Innovazione e Sostenibilità e Lavoro e Relazioni Industriali.

Rendiamo noto che sono stati avviati i lavori delle Commissioni costituite all’interno dell’Associazione: la Commissione Area Mercato, la Commissione Qualità, Innovazione e Sostenibilità e la Commissione lavoro e Relazioni Industriali.

La Commissione Area Mercato presieduta dal Vicepresidente Emilio Roussier Fusco e con la partecipazione del personale tecnico e manageriale delle aziende associate ad ANIR, si è riunita per la prima volta il 03 ottobre presso la sede di Confindustria per trattare temi quali il Codice Appalti e sue misure correttive e l’aggiornamento dei prezzi di riferimento per la ristorazione ospedaliera e scolastica presso l’ANAC.

La Commissione Qualità, Innovazione e Sostenibilità presieduta dal Vicepresidente Tommaso Putin e con la partecipazione delle figure tecniche di riferimento delle aziende associate ad ANIR si è riunita per la prima volta il 23 ottobre presso la sede di  Confindustria , ha partecipato ai lavori una delegazione della associazione Diligentia ETS, per avviare le prime attività del progetto ESG 2030 che mira alla sensibilizzazione, alla formazione, al miglioramento e alla promozione del rating delle imprese nel settore della ristorazione collettiva e di tutta la sua filiera, rispetto ai temi della responsabilità d’impresa e dello sviluppo sostenibile.

La Commissione lavoro e Relazioni Industriali presieduta dal Vicepresidente Graziano Sanna, con la partecipazione di alcuni tecnici e consulenti rappresentativi delle aziende associate ad ANIR,  si è riunita per la terza volta il 13 giugno presso la sede di Confindustria, per discutere delle tematiche del Lavoro, delle relazioni industriali e del CCNL della ristorazione collettiva.

I lavori sono stati avviati da una breve introduzione del Presidente Piacenti e verranno coordinati dal Segretario Generale Valente.

DDL BILANCIO – Ristorazione collettiva – La manovra ignora le criticità del servizio delle mense Italiane, dovute al continuo non riconoscimento economico degli aumenti del prezzo dei beni alimentari

Dalla prima lettura della bozza del DDL “Legge di Bilancio” appare evidente che per le aziende dei servizi di Ristorazione Collettiva si prospettano tempi molto difficili e di crisi inevitabile di tutto il settore.

 

ANGEM, ANIR Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi,  Legacoop Produzione e Servizi, pur apprezzando le misure che interessano la riduzione del cuneo fiscale, rappresentando le imprese fornitrici dei servizi di pubblica utilità, quali sono i servizi delle mense in scuole e ospedali in Italia, denunciano la grave disattenzione da parte del Governo a intervenire con misure anche di tipo economico, sui danni che l’aumento dei prezzi dei generi alimentari (oltre ad energia, trasporti, ecc..) non riconosciuto dalle principali stazioni appaltanti pubbliche, sta determinando.

 

Pur comprendendo e condividendo lo spirito con cui si finanzia la revisione dei prezzi per il mondo dei Lavori (le opere pubbliche), con un nuovo stanziamento di 200 milioni per il 2024 e ulteriori 100 milioni per il 2025, rimaniamo però sgomenti rispetto al fatto che questa procedura è stata elaborata in modo esclusivo solo dei lavori pubblici, una situazione di discriminazione insostenibile e che evidenzia che non è solo una questione di mancanza di fondi il motivo per non intervenire sugli appalti dei servizi, piuttosto una chiara scelta politica, che siamo costretti a denunciare. In modo analogo chiediamo di non essere discriminati anche nella misura sulla Detassazione del lavoro notturno e festivo per i dipendenti di strutture, che riguarda solo gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e non le mense.

 

Da molto tempo il settore dei servizi per la ristorazione collettiva chiede un serio adeguamento del codice degli appalti relativamente al meccanismo di revisione dei prezzi che, nell’agroalimentare, stanno lievitando ben oltre l’inflazione complessiva, situazione che impegna le sole risorse delle aziende che hanno dovuto far fronte alla crisi, sostenendo maggiori costi di produzione ed erogazione dei servizi, aumentati ormai per più del 20%.

 

Riteniamo che, a partire proprio dalla prossima Legge di Bilancio 2024, vadano introdotti provvedimenti di sostegno alle imprese e ai lavoratori per questo specifico settore, a riconoscimento di quanto hanno già fatto, misure rivolte all’abolizione definitiva delle gare al massimo ribasso e soprattutto all’adeguamento automatico dei prezzi agli indici Istat in un settore che, per motivi strutturali, può contare su margini di profitto molto ridotti, ben al di sotto della soglia del 5% prevista nel nuovo codice degli appalti che consentirebbe l’accesso ad una minima revisione dei prezzi.

 

Per tali ragioni congiuntamente chiediamo un intervento immediato ed un incontro urgente al Governo e a tutti i Gruppi Parlamentari.

 

È quanto affermano tutte le organizzazioni datoriali:  ANGEM, ANIR Confindustria, Confcooperative Lavoro e Servizi,  Legacoop Produzione e Servizi.

Rating d’impresa ESG: ANIR Confindustria produrrà modello di riferimento per le imprese della ristorazione collettiva

Il tema della sostenibilità, con l’Agenda 2030, è un tema a cui tutto il mondo economico e industriale si sta adeguando con iniziative concrete. Il settore della ristorazione collettiva, rappresentato da ANIR Confindustria, ha aderito al programma “ESG2030”, progetto promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dalla associazione Diligentia ETS, proprio per divulgare presso le aziende e gli enti aderenti, tutte le iniziative possibili finalizzate agli obiettivi ESG (Environment, Social, Governance) e al loro impiego per la determinazione del rating di impresa.

In questi giorni hanno preso il via i lavori della Commissione Qualità, Innovazione e Sostenibilità, presieduta dal Vicepresidente di ANIR Confindustria, Tommaso Putìn, a cui ha partecipato, oltre alle imprese associate ad ANIR, anche l’Associazione Diligentia ETS, che si occupa di accompagnare in questo processo di avvicinamento agli obiettivi di sostenibilità e di responsabilità d’impresa posti dal programma ESG2030. Un’attività che ha l’obiettivo di definire alcune linee guida per la misurazione e la certificazione dei processi di produzione ed erogazione del servizio di ristorazione collettiva, coinvolgendo tutta la filiera di riferimento.

«Crediamo che questo sia uno degli asset principali» afferma Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria, «per decidere il futuro del nostro settore: puntare sulla qualità, sull’innovazione e sulla sostenibilità, ambientale sociale ed economica, per garantire un futuro sempre migliore alle nostre aziende. È forse il punto su cui credo si caratterizzi di più il mio mandato da Presidente, insieme al riconoscimento del lavoro che ogni giorno viene fatto in luoghi di lavoro, ospedali e scuole nelle difficili condizioni che raccontiamo da mesi. Siamo un settore che non si ferma mai, che guarda al futuro con fiducia e con l’impegno di chi crede in una impresa responsabile verso la collettività».

Le potenzialità della blockchain nell’automatizzazione dei processi di esecuzione delle attività di ristorazione collettiva (gli smart contracts)

Il tema dell’aumento dei prezzi delle materie prime è una delle maggiori fonti di preoccupazione delle aziende coinvolte nella ristorazione collettiva nel nostro paese.

Parafrasando le parole del presidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, i ricavi delle aziende sono infatti stabiliti dalle procedure di gara, ma i costi variabili e la velocità del rialzo dei prezzi per gli alimentari stanno mettendo a rischio l’intero settore.

Il D.lgs. 31 marzo 2023, n. 36 (Codice dei contratti pubblici – Codice) prevede già dei meccanismi che dovrebbero – in teoria – affrontare e gestire questa variabile; si pensi, ad esempio, all’obbligo di inserimento delle clausole di revisione dei prezzi nei documenti di gara (art. 60 Codice) o nella procedura di modifica dei contratti in corso di esecuzione (art. 120 Codice), anch’essa basata sulla preesistenza di clausole chiare, precise ed inequivocabili.

Ebbene ci si chiede se anche in tale ambito, oltre al dialogo costante e costruttivo fra stazioni appaltanti e operatori economici, l’evoluzione rappresentata dalla tecnologia basata su registri distribuiti possa portare il suo contributo. Con la sua natura decentralizzata e sicura, la c.d. blockchain può infatti offrire numerosi vantaggi a questo settore nella fase di esecuzione.

Invero, le potenzialità della blockchain sono state altresì tenute in considerazione dal legislatore per l’automazione delle attività delle stesse stazioni appaltanti. Si pensi all’art. 30 del Codice che sancisce i principi nell’uso di procedure automatizzate nel ciclo di vita dei contratti pubblici.

Ebbene, si osi pensare oltre, applicando, fin dove possibile, i medesimi principi anche all’esecuzione degli stessi contratti pubblici. I c.d. smart contracts potrebbero difatti essere collegati ai medesimi indici dei prezzi al consumo, modificando i valori economici di riferimento (es. i ricavi per le aziende) al superamento delle soglie di legge (e di gara) previste per la revisione dei prezzi.

Non solo.

Si pensi alla trasparenza offerta non solo nei rapporti fra stazione appaltante e operatore, attraverso la registrazione e condivisione in modo sicuro di tutte le transazioni e le informazioni relative agli ingredienti, alle forniture e alle operazioni di cucina in ospedali, mense e scuole. Ciò significa che le stazioni appaltanti potrebbero essere costantemente informate sul livello di qualità del servizio fornito e i consumatori potrebbero avere accesso a informazioni dettagliate sulla provenienza degli ingredienti, sulle pratiche di sostenibilità e sulla qualità dei prodotti utilizzati. Questa trasparenza può contribuire a creare fiducia nei confronti delle aziende di ristorazione collettiva.

La blockchain può altresì semplificare i processi di gestione delle forniture. Utilizzando gli smart contracts è possibile creare accordi automatici tra i fornitori e gli operatori economici, a cui la p.a. di riferimento possa avere accesso per verificare qualità e prezzi applicati.

Grazie alla tecnologia blockchain, è infine possibile registrare e tenere traccia di ogni passaggio che un alimento compie lungo la sua catena di approvvigionamento, dalla produzione alla trasformazione. Questo può essere particolarmente utile in caso di emergenze o di richieste di rintracciabilità da parte dei fruitori della ristorazione collettiva: identificare rapidamente la fonte di un eventuale problema e prendere le misure necessarie per risolverlo.

Il tutto passerà dalla capacità di ambo i lati del tavolo (stazioni appaltanti e operatori economici) di strutturare non solo dei principi ma anche delle vere e proprie modalità operative affinché questa tecnologia possa produrre i suoi effetti anche nella fase di esecuzione.

Riccardo Di Santo è associate dello studio legale CBM&Partners. Si occupa di consulenza legale giudiziale e stragiudiziale a favore di clienti italiani e internazionali in materia di commercio elettronico e tutela dei consumatori, relazionandosi con i più importanti operatori nel settore del e-commerce, nonché con le autorità di vigilanza.

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