Autore: Ufficio Stampa

CODICE APPALTI: bene le semplificazioni introdotte, ma forti criticità per la revisione dei prezzi nei contratti di servizi, crisi nella ristorazione collettiva

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Codice Appalti per i lavori, le forniture e i servizi pubblici per dare seguito alla ben auspicata semplificazione dei contratti, un passaggio importante per la ripresa e lo sviluppo della crescita del Paese.

Rimane, purtroppo, fortemente penalizzato il settore dei servizi, a cui non è riconosciuta la revisione prezzi per i contratti in essere e di fatto anche per quelli a venire, visto l’introduzione di un sistema con franchigia che mal si adatta al settore dei servizi. Per i servizi di ristorazione collettiva, che da tempo denunciano il mancato riconoscimento dell’aumento dei costi sostenuti, si profila una crisi strutturale, che sta già producendo la non partecipazione a gare che interessano il servizio delle mense in scuole e ospedali.

«Abbiamo chiesto a gran voce, per mesi» afferma il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli, «che venissero varate misure urgenti per fronteggiare la crisi imminente e apportate modifiche al Codice Appalti capaci di distinguere i contratti di lavori pubblici da quelli dei servizi. Nonostante le tante rassicurazioni avute, rileviamo la mancanza di disposizioni risolutive, una condizione che comporterà gravi ripercussioni per aziende e lavoratori in un settore che svolge servizi essenziali e di pubblica utilità. Rimane ferma la volontà di scongiurare tavoli di crisi volti alla gestione di politiche di riduzione del lavoro e dei lavoratori, motivo per cui l’introduzione di una misura specifica che garantisca il principio di equilibrio economico per i contratti in corso per il servizio delle mense pubbliche è più che auspicata.»

La ristorazione collettiva in piazza per protesta ANIR CONFINDUSTRIA: «Il rischio è una crisi che colpirà aziende e lavoratori, come bambini, malati e anziani. Bene che arrivino delle prime risposte da parte del governo»

Si è tenuta a Roma la straordinaria mobilitazione Nazionale del settore della Ristorazione Collettiva, indetta da ANIR Confindustria e dalle aziende del comparto, contro la mancanza di misure del Governo per fronteggiare il caro prezzi che sta penalizzando fortemente l’intero mondo delle mense pubbliche.  Centinaia di persone in piazza per chiedere un «pasto giusto contro il pasto ridotto» che, solo per la giornata di oggi, gli addetti al servizio hanno servito nelle mense delle aziende aderenti alla protesta in tutto il territorio nazionale.

«Chiediamo al Governo» ha sostenuto il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli, «interventi urgenti e strutturali per poter far fronte a questa crisi di un settore che impiega circa 120 mila persone, per l’80% donne. Diverse le interlocuzioni ma attendiamo risposte concrete e per questo, nelle mense delle aziende aderenti, abbiamo oggi servito un servizio minimo che abbiamo chiamato pasto ridotto, oltre ad essere stati costretti a scendere straordinariamente in piazza. Stiamo lavorando in condizioni impossibili, penalizzando i bilanci delle nostre aziende, compromettendo tanti posti di lavoro di donne e famiglie che tutti i giorni servono la comunità con impegno e dedizione attraverso migliaia e migliaia di pasti, il principio è semplice: aumentano i costi a carico delle aziende che sono obbligate dalla Amministrazione Pubblica a non interrompere e a non variare il servizio. La stessa PA, però, non riconosce l’aumento dei costi sostenuti, poiché non ha una legge che glielo impone. Questa è una concatenazione di fattori sfavorevoli che sta soffocando definitivamente le aziende».

«Crediamo che il riconoscimento dell’aumento automatico all’indicizzazione ISTAT, almeno per i servizi pubblici, nella riforma del Codice Appalti» dice il Vicepresidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, «sia davvero una doverosa presa d’atto che, fino ad oggi, vi sia stato un comportamento discriminatorio nei confronti di un servizio come il nostro, che ha margini molto ridotti, dovuti a clausole sociale che abbiamo sempre condiviso, come quella del prezzo accessibile e dell’assunzione di tutto il personale delle commesse precedenti. Ai nostri atti di responsabilità però, non corrispondono altrettanti atti di responsabilità della politica, che solo ora mostra di non ignorare le nostre richieste».

Diversi i contributi arrivati durante la manifestazione, come le presenze istituzionali che si sono alternate durante la mobilitazione di piazza Santi Apostoli con la presenza di delegazioni dei vari partiti di maggioranza e opposizione: dall’esponente di Fratelli d’Italia, segretario alla Camera della VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) on. Massimo Milani, al rappresentante di Forza Italia, on. Raffaele Nevi, dall’esponente del M5S, segretario al Senato della VIII Commissione, sen. Antonio Salvatore Trevisi, e da una delegazione del PD, composta dai senatori Manca e Verini e dall’onorevole Casu

Diversi gli incontri che si sono succeduti nelle ore precedenti e durante la mobilitazione tra ANIR e importanti ministeri del governo, in particolare con il Sottosegretario Albano al MEF e con il Ministro Adolfo Urso al Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha attivato presso la sua segreteria con il sottosegretario Bitonci, con il Capo Ufficio Legislativo Veltri e con il capo segreteria Ciampi un tavolo di lavoro che individui soluzioni strutturali alle forti criticità che sta interessando il comparto delle mense pubbliche.

Mobilitazione: doppia Iniziativa in piazza e pasto ridotto nelle mense: «Vengano riconosciute le nostre ragioni»

Giovedì 23 marzo, ANIR Confindustria ha organizzato la straordinaria mobilitazione del settore della ristorazione collettiva. Una protesta collettiva per un pasto giusto il cui costo sia riconosciuto dalla Amministrazione Pubblica adeguando i contratti di servizio alle indicizzazioni dell’inflazione da parte dell’ISTAT.

La mobilitazione nazionale prevede che nelle mense della Aziende aderenti alla protesta il 23 marzo verrà servito solamente il pasto ridotto, attraverso le modalità di riduzione del servizio consentite e aventi i requisiti minimi richiesti in situazioni di mobilitazione come questa. Milioni di alunni, degenti di ospedali, cliniche e case di riposo, dipendenti di enti pubblici e forze armate non fruiranno del pasto giusto, che è stato servito negli altri giorni.

Contemporaneamente a Roma in piazza Santi Apostoli dalle 10 alle 13 si darà luogo ad una manifestazione pubblica di tutto il settore, con operatori, aziende e rappresentanze.

«Si tratta di misure drastiche ma necessarie» afferma il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli, «perché il Governo, che continua inspiegabilmente a non dare risposte, riconosca ad un settore come quello della ristorazione collettiva che, da tre anni a questa parte, sta soffrendo una crisi senza precedenti, l’indicizzazione automatica dei prezzi all’inflazione registrata dall’ISTAT. L’aumento dei prezzi dell’energia e del costo delle derrate a causa dell’inflazione ha messo in ginocchio un intero settore che ogni anno eroga quasi un miliardo di pasti alle fasce più sensibili della comunità. Se le istituzioni continueranno a ignorare le richieste delle aziende di ristorazione collettiva, nonostante le tante interlocuzioni e gli innumerevoli tentativi di portare delle proposte concrete per risolvere la questione», conclude lo stesso Mattioli «non possiamo escludere che il pasto ridotto possa diventare una realtà permanente nelle mense, cosa da scongiurare poiché significa mettere a rischio di fermo i contratti in essere, con conseguente ridimensionamento dei posti di lavoro, che oggi ammontano a circa 150.000 persone delle quali la grande maggioranza è donna».

Controlli mense, ANIR Confindustria: «Bene gli accertamenti, si difende la professionalità delle aziende sane e si garantiscono gli utenti»

«Destano forte preoccupazione le notizie diffuse in queste ore sui controlli effettuati dai NAS presso 1.058 aziende di ristorazione collettiva, per cui risulterebbero un numero pari ad un terzo di irregolarità con violazioni penali e amministrative, queste ultime sono l’85% sul totale delle irregolarità rilevate. Questi accertamenti garantiscono soprattutto chi opera, in modo professionale e nel rispetto delle regole, in un settore così essenziale, oltre a garantire i cittadini che usufruiscono del servizio.

La ristorazione collettiva rappresenta un servizio che non si ferma e non si può fermare, per la sua importanza e il suo impatto sulla qualità della vita delle persone che ne fruiscono. Lo stiamo vedendo anche in un periodo come questo di difficoltà, dovuta al caro prezzi che ci ha spinto verso una crisi da cui speriamo di uscire quanto prima. ANIR Confindustria non ha mai smesso di chiedere il totale rispetto dei più alti standard di qualità nel mercato della ristorazione collettiva, da cui non si può derogare. Per questo motivo sottolineiamo che i controlli sono sempre una garanzia per chi fa bene il proprio servizio e per gli utenti finali che ne fruiscono, perché oltre alle sanzioni previste che vengono comminate a chi non rispetta le norme di legge, tengono altissima l’attenzione sulla qualità dei servizi offerti e sulla loro corretta somministrazione. Crediamo nella grande importanza della ristorazione collettiva nel sistema paese, e siamo convinti vada difesa e sostenuta anche attraverso puntuali e precisi controlli, a cui daremo la nostra massima collaborazione che spero possa portare ad un incontro di ulteriori intenti con chi li effettua, come i NAS». È quanto dichiara il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli.

Le aziende si mobilitano per un pasto giusto nelle mense italiane. ANIR Confindustria: «Vogliamo evitare il pasto ridotto in scuole e ospedali»

ANIR Confindustria ha invitato tutto il settore della ristorazione collettiva ad una straordinaria mobilitazione nazionale indetta per giovedì 23 marzo a Roma, in Piazza Santi Apostoli, dalle ore 10 alle ore 13, che interesserà tutte le mense pubbliche italiane. Una protesta necessaria per un pasto giusto il cui costo sia riconosciuto dalla Amministrazione Pubblica adeguando i contratti di servizio alle indicizzazioni dell’inflazione da parte dell’ISTAT, altrimenti vi sarà il rischio concreto dell’erogazione di un pasto ridotto,  seppur a norma, presso le mense di scuole e ospedali a partire dal giorno della mobilitazione.

Le aziende della ristorazione collettiva, dopo aver scritto e indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, protestano affinché ci sia un urgente intervento del Governo. Sino ad ora, infatti, nonostante le tante interlocuzioni avvenute ad ogni livello, non è stato fatto nulla per scongiurare la crisi che il settore sta vivendo.

«Non possiamo che scendere in piazza per far sentire forte la nostra voce» sostiene il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli, «visto che non viene riconosciuta l’indicizzazione automatica dei prezzi all’inflazione registrata dall’ISTAT. Ad oggi, e ormai da troppi mesi, il 30% dei pasti erogati vengono pagati dalle stesse aziende che effettuano il servizio mensa. Una situazione insostenibile, più volte denunciata, ma rispetto alla quale non abbiamo ancora visto alcun intervento concreto, seppure più volte ci siamo anche presi l’onere di fare proposte concrete e attuabili».

«Abbiamo detto più volte, con chiarezza», conclude Mattioli, «che quello che le Istituzioni stanno attuando attraverso il nuovo codice degli appalti in materia di contratti pubblici è discriminatorio nei confronti di un comparto industriale, quello dei Servizi Pubblici, che non vede consentito ciò che è possibile al comparto dei Lavori Pubblici: ovvero riequilibrare i contratti in essere alle condizioni imprevedibili sopravvenute come pandemia prima e inflazione ora. Proponiamo da tempo la soluzione ad un problema che interessa la sorte di circa 1000 aziende, di 120 mila lavoratori, di cui l’80% donne, e che consente di produrre e servire ogni anno circa 1,3 miliardi di pasti ogni anno».

 

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Locandina (scarica qui)
Lettera al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni (scarica qui)

Lettera di ANIR Confindustria al Presidente Meloni, per un intervento sulla crisi delle mense pubbliche

Le imprese della ristorazione collettive di fronte ad una crisi strutturale invitano il Presidente del Consiglio Meloni ad un intervento immediato del governo e fanno appello alla mobilitazione nazionale del settore per protesta.

Lorenzo Mattioli, presidente di ANIR Confindustria, con una lettera pubblica al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ribadisce le difficoltà che stanno affrontando da anni le mense di servizi fondamentali come aziende, scuole, ospedali, carceri.

«Le imprese della ristorazione collettiva si trovano ancora una volta a dover fronteggiare una nuova crisi improvvisa, l’aumento sfrenato dei prezzi, che impone loro di garantire con il proprio patrimonio un pasto, e quindi salute e nutrizione, a milioni di cittadini ogni giorno, senza che gli vengano riconosciuti gli aumenti dei costi sostenuti.  Un obbligo, un dovere ormai insostenibile dal punto di vista economico, che sta mettendo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro (in prevalenza femminile) nel completo disinteresse della amministrazione pubblica, che sembra non si renda conto del rischio di tenuta e di garanzia di servizi pubblici essenziali».

«Il Governo» scrive ancora Mattioli «ha fatto suo il principio che produttività, sviluppo e occupazione nel nostro Paese sono in primis in capo alle aziende. Ci rivolgiamo a Lei Presidente, quale più alta carica di Governo, affinché sia riconosciuto e diventi effettivo per prassi e norma l’adeguamento agli indici ISTAT dei prezzi dei contratti, motivi per cui chiediamo di incontrare Lei e il Governo affinché anche i Comuni e le Regioni, adottino urgentemente misure definitive per il riequilibrio economico dei contratti».

Il settore, che impiega 150 mila lavoratrici e lavoratori, di cui l’80% donne e che interessa una filiera e un indotto di riferimento, come quello agroalimentare, che consente di produrre e servire, insieme alle nostre aziende, più di 1 miliardo di pasti l’anno, ha indetto una straordinaria mobilitazione nazionale per il 23 marzo a Roma. Un appello alla protesta rivolto alle aziende, agli operatori, alle parti datoriali e sindacali affinché ci sia un confronto volto a sistemare la questione.

«In attesa di un confronto diretto immediato» conclude ancora Mattioli «nel quale poter illustrare le nostre istanze e proporre alcune possibili soluzioni che superino l’attuale momento di criticità».

Continua l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, rischio crisi del settore della ristorazione collettiva

In base ai dati ISTAT della settimana scorsa e relativi al mese di febbraio 2023, a fronte di una diminuzione dell’inflazione generale che dal 10% passa al 9,2%, non diminuiscono le spinte al rialzo dei prezzi nel comparto degli Alimentari sia lavorati (da +14,9% a +16,2%) sia non lavorati (da +8,0% a +8,4%) e i prezzi nella filiera agro-alimentare si mantengono con un’accelerazione tendenziale fino a raggiungere il 15%, ben 0,9% in più rispetto al dato che si era registrato a gennaio. Un dato che conferma l’allarme lanciato dal settore della ristorazione collettiva che oggi eroga pasti con costi di produzione aumentati mediamente del 30% in più e che continueranno ad aumentare, senza veder riconosciuta la revisione dei prezzi nei contratti.

Stiamo ormai arrivando ad una crisi strutturale della ristorazione collettiva che mette sempre più in difficoltà le aziende dal poter continuare a erogare i pasti necessari, alle condizioni pattuite precrisi dai contratti in essere tra le aziende della ristorazione collettiva e la pubblica amministrazione. Una condizione che ha portato ANIR Confindustria ad invitare anche tutto il settore ad una straordinaria mobilitazione convocata per il prossimo 23 marzo a Roma a piazza Montecitorio. Un appello alla mobilitazione che coinvolgerà tutta la ristorazione collettiva: rivolto alle aziende, agli operatori, alle associazioni datoriali e alle rappresentanze sindacali che auspichiamo aderiscano e partecipino.

«Trovo inconcepibile che il governo e la Pubblica Amministrazione oggi continuino a girarsi dall’altra parte, non riconoscendo e di fatto addirittura impedendo a queste aziende di adeguare i propri servizi allo sfrenato aumento dei prezzi che subiscono. Fino ad ora, nonostante le difficoltà non sembrano cessare, con l’aumento dei prezzi e il sommarsi di problemi dovuti alla crisi ambientale (è di oggi l’allarme siccità lanciato dal settore agroalimentare), non abbiamo visto attuarsi nessuna misura o azione concreta, anzi la scrittura del nuovo codice degli appalti sulla revisione prezzi per il nostro settore peggiora lo stato già precario della situazione. Continuiamo a chiedere una cosa semplice: l’immediato riconoscimento dell’aumento dei prezzi nei contratti in corso e in quelli a venire, attraverso l’adeguamento agli indici ISTAT, come dovrebbe avvenire in un Paese normale che vuole stare al fianco delle proprie imprese, soprattutto quando queste si fanno carico di servizi importanti e fondamentali per la collettività. Cosa vogliamo scongiurare? L’entrata in crisi irreversibile di un settore che costerebbe la riduzione dei pasti anche nelle scuole e negli ospedali» è quanto dichiara il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli.

RISTORAZIONE COLLETTIVA: ANIR CONFINDUSTRIA, APPELLO GOVERNO PER MANIFESTAZIONE NAZIONALE SU RICONOSCIMENTO CARO PREZZI

A forze politiche, Parlamento e Presidente Consiglio, Giorgia Meloni chiesta apertura immediata di un tavolo di crisi

L’aumento dei prezzi dell’energia e delle derrate alimentari, mediamente incrementati del 30%, a causa dell’effetto combinato del post Covid, dell’inflazione e del conflitto russo-ucraino, sta determinando una crisi strutturale nel settore della ristorazione collettiva, che non consente alle aziende di poter continuare a erogare i pasti necessari, alle condizioni pattuite pre-crisi dai contratti in essere tra le aziende della ristorazione collettiva e la pubblica amministrazione.

Da più di un anno ANIR Confindustria ha denunciato questa situazione e avviato il confronto istituzionale con tutto l’arco parlamentare e con tutti gli enti che possono intervenire alla definizione di un riequilibrio dei contratti e nella determinazione di costi standard congrui, riscuotendo grande interesse e ampio sostegno, purtroppo senza ottenere nessun risultato concreto.

Per questi motivi ci vediamo costretti, insieme a tutte le aziende, ad intervenire con forza in ogni sede per rappresentare le nostre gravi difficoltà – dalla piazza a quella istituzionale, mediatica e persino giudiziaria se necessario – e invitare tutto il settore ad una straordinaria mobilitazione convocata per il prossimo 23 marzo a Roma. Un appello alla mobilitazione che coinvolgerà tutta la ristorazione collettiva rivolto alle aziende, agli operatori, alle associazioni datoriali e alle rappresentanze sindacali che auspichiamo aderiscano e partecipino.

 

«È legittimo che questo settore faccia di tutto per farsi sentire. Il mancato riconoscimento alle aziende di quanto hanno speso per l’aumento improvviso ed esponenziale dei prezzi di acquisto delle materie prime, è iniquo. Impedire di poter adeguare i contratti in essere e futuri attraverso la normale revisione dei prezzi, significa distruggere un settore che svolge un servizio di pubblica utilità garantendo quasi un miliardo di pasti l’anno, erogati ogni giorno senza interruzione di sosta a scuole, ospedali, caserme e uffici. È inconcepibile che il Governo e la Pubblica Amministrazione oggi continuino a girarsi dall’altra parte, non riconoscendo e di fatto addirittura impedendo a queste aziende di adeguare i propri servizi allo sfrenato aumento dei prezzi che subiscono. Continuiamo a ricevere rassicurazioni, nelle tante interlocuzioni istituzionali che ormai da mesi abbiamo avviato per far comprendere la forte criticità, ma non abbiamo visto attuarsi nessuna misura o azione concreta, anzi la scrittura del nuovo codice degli appalti sulla revisione prezzi per il nostro settore peggiora lo stato già precario della situazione. Chiediamo una cosa semplice, ’immediato riconoscimento dell’aumento dei prezzi nei contratti in corso e in quelli a venire, attraverso l’adeguamento agli indici ISTAT, come avverrebbe in un Paese normale, per questo ci rivolgiamo al Governo attuale affinché intervenga per scongiurare quello che temiamo: la riduzione dei pasti in scuole e ospedali. Il nostro è un appello aperto alla partecipazione di questa straordinaria mobilitazione, alle altre associazioni datoriali e ai sindacati, come alle imprese e a tutti gli operatori, è a rischio un settore intero, 150.000 lavoratori (di cui la stragrande maggioranza donne) coinvolti. Siamo molto preoccupati anche delle ricadute sociali, motivo per cui avvieremo un dialogo immediato anche con le forze sindacali, non escludendo che a partire dal giorno della mobilitazione in poi si proceda anche attraverso l’erogazione di un servizio minimo, previsto dalla legge, come un pasto ridotto». È quanto ha dichiarato il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli.

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