Autore: Ufficio Stampa

“Che ci sia la costituzione urgente della Cabina di Regia e che il CIPESS possa finalmente lavorare al Piano nazionale dei servizi strategici del Paese”. Lorenzo Mattioli Presidente di Confindustria Servizi HCFS

Questa la sintesi dell’intervento del Presidente di Confindustria Servizi HCFS, Lorenzo Mattioli a margine della conferenza stampa convocata da ANIR Confindustria e Confindustria Servizi HCFS presso il Palazzo Montecitorio lo scorso 25 gennaio.

“Le aziende di servizi hanno una dinamica pluriennale completamente diversa da altre realtà imprenditoriali e chiedono oggi che ci sia una norma specifica”. Paolo Valente, Segretario Generale di ANIR Confindustria

Queste le parole di Paolo Valente, Segretario Generale di ANIR Confindustria a margine della conferenza stampa convocata da ANIR Confindustria e Confindustria Servizi HCFS presso il Palazzo Montecitorio lo scorso 25 gennaio.

Piacenti: «I servizi richiedono norme specifiche per i contratti, urgente regolare la revisione dei prezzi per la ristorazione collettiva»

Si è svolta la conferenza stampa convocata da ANIR Confindustria, e da Confindustria Servizi HCFS in merito alle proposte di modifica e di revisione del nuovo Codice degli Appalti, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati, presso il Palazzo Montecitorio. A relazionare sulle proposte di revisione e modifica del Codice Appalti, il Segretario generale di ANIR Confindustria, Paolo Valente, il Presidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, il Presidente di Confindustria Servizi HCFS, Lorenzo Mattioli, e il Vicepresidente di ANIR Confindustria, Emilio Roussier Fusco, presidente della commissione Area Mercato. Presenti i deputati Erica Mazzetti, Raffaele Nevi, Nico Stumpo e Walter Verini. 

Questa la sintesi dell’intervento di Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria.

«Non possiamo più accettare I meccanismi di adeguamento dei prezzi presenti nel nuovo Codice degli Appalti, che non prevedono alcuna differenziazione per i contratti dei lavori e dei servizi. 

Si tratta di attività economiche così profondamente e strutturalmente diverse che è impossibile non riconoscerlo, nonostante abbiamo dato sempre la nostra più ampia disponibilità per una revisione completa dell’articolo 60. La crisi che attanaglia il nostro settore, quello della ristorazione collettiva, è talmente tanto grande e incombente che non possiamo permetterci il minimo ritardo nelle risposte, se vogliamo davvero salvaguardare aziende che fatturano circa 6 miliardi l’anno, che danno lavoro a centinaia di migliaia di persone direttamente e a milioni di persone se consideriamo l’intero indotto. Mentre da tempo si è aperta la discussione sul rinnovo del CCNL, che andrebbe giustamente rinnovato, ma che nelle attuali condizioni economiche e legislative crediamo sia di difficile ottenimento. A Governo e Parlamento chiediamo interventi urgenti e risolutivi. Il meccanismo di revisione dei prezzi, previsto dall’articolo 60, deve rispecchiare adeguatamente l’andamento effettivo dei costi.

Per i contratti ad esecuzione periodica o continuativa la revisione deve essere operata annualmente applicando ai corrispettivi gli indici ISTAT FOI, ovvero modalità di cui è titolare la pubblica amministrazione, altrimenti è elementare dedurre che l’equilibrio economico dei contratti salti, come è già saltato in questi due anni.

Aspettiamo anche che presso la Presidenza del Consiglio si istituisca la Cabina di Regia, così com’è stato previsto a giugno 2023, per verificare l’attuazione del Codice degli Appalti e che venga dato mandato definitivo al CIPESS affinché completi il lavoro del Piano nazionale dei servizi strategici del Paese».

Durante la conferenza stampa è intervenuta anche l’on. Erica Mazzetti: «Forza Italia chiede di attivare subito la cabina di regia, prevista dall’articolo 221 del nuovo codice appalti, presso la presidenza del consiglio per avviare la revisione dei prezzi. Solo attraverso una giusta remunerazione si più introdurre nella ristorazione collettiva il criterio della qualità dei cibi della filiera Italiana e garantire un futuro più certo ai lavoratori della filiera».

INVITO ALLA CONFERENZA STAMPA

CODICE APPALTI e CONTRATTI DI SERVIZI, SERVE UNA NORMATIVA SPECIFICA: la ristorazione collettiva chiede la modifica della revisione dei prezzi

Giovedì 25 Gennaio 2024 – ore 13:00

SALA STAMPA CAMERA DEI DEPUTATI – PALAZZO MONTECITORIO Via Della Missione 8, Roma

ANIR Confindustria, l’Associazione Nazionale delle Imprese della Ristorazione collettiva, aderente a Confindustria, nella persona del Presidente Massimo Piacenti, Vi invita alla conferenza stampa indetta Giovedì 25 Gennaio 2024 a partire dalle ore 13 presso la sala stampa della Camera dei deputati – palazzo Montecitorio, per importanti comunicazioni che riguardano la proposta di modifica o correzione del Codice Appalti, con una normativa specifica per i contratti di servizi, in particolare la revisione dei prezzi (art. 60) di fondamentale importanza per la Ristorazione Collettiva e i contratti pluriennali e continuativi. Inoltre, la richiesta della costituzione della prevista cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio.

Parteciperà Confindustria Servizi HCFS con il Presidente Lorenzo Mattioli, i rappresentanti delle imprese del comparto e diversi esponenti delle Istituzioni e del Parlamento.

Per partecipare alla conferenza stampa, occorre accreditarsi inviando una email a segreteria@asso-anir.it. Per motivi organizzativi, il termine ultimo è oggi, martedì 23 gennaio entro le ore 12.

L’intervista del Presidente Massimo Piacenti a Life 2023

“Come ANIR abbiamo dato un contributo perché il tema di questa edizione sono appunto le persone al centro del nuovo Umanesimo industriale. Qui parliamo di industria dei servizi e nella ristorazione collettiva, credo più che in ogni altro settore le persone sono al centro.” Massimo Piacenti – Presidente ANIR Confindustria nell’intervista fatta nell’edizione LIFE 2023 ad Urbino.

CODICE DEGLI APPALTI. «Per i contratti dei servizi, si attui una normativa specifica che ridefinisca la revisione dei prezzi»

Da diverse settimane sono iniziate una serie di verifiche, sia in sede ministeriale che parlamentare, propedeutiche ad una fase correttiva del nuovo Codice degli Appalti, vigente da giugno 2023. Modifiche e iniziative che dovrebbero specificare e migliorare l’attuazione di quanto già previsto dalla norma.

Ricordiamo però che quando già il nuovo codice era in fase di scrittura, l’intero comparto dei servizi aveva chiesto norme specifiche per la regolamentazione dei contratti, norme differenti da quelle previste per i lavori pubblici, che sono state rimandate a questa fase attuativa attraverso la costituzione di una cabina di regia presso la Presidenza del Consiglio e di un piano nazionale dei servizi strategici del Paese presso il CIPESS, strumenti su cui ad oggi l’attività parlamentare è del tutto inadempiente.

Attendiamo e chiediamo da mesi la possibilità di specifiche norme per le nostre tipologie di contratti, soprattutto una nuova e chiara norma per la revisione dei prezzi per i contratti ad esecuzione periodica o continuativa come sono quelli di servizi. Per la Ristorazione Collettiva è ormai un passaggio esiziale visto che essa non ha nessuna possibilità di vedersi riconoscere l’adeguamento dei prezzi all’incremento dei costi sostenuti. Solo per restituire la dimensione al fenomeno inflattivo di cui parliamo: nel biennio 2022-2023 l’aumento dei costi, per i soli generi alimentari, ammonta addirittura al 18,6%, senza considerare l’aumento dei costi normali di produzione.

Il comparto della ristorazione collettiva, che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone, con un fatturato annuo di sei miliardi di euro, fornisce un servizio di pubblica utilità fondamentale, ad esempio, per scuole e ospedali. In considerazione della sua importanza, più volte è stato fatto presente che il settore necessita del sostegno immediato delle Istituzioni governative, sia attraverso iniziative tempestive di supporto, che tramite interventi strutturali come la modifica del codice appalti.

Il Presidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, sottolinea la necessità di interventi strutturali: «Non è accettabile che i meccanismi di adeguamento dei prezzi per i contratti di lavori pubblici siano applicati in modo identico ai servizi. Non si può non vedere che i lavori da una parte ed i servizi (e le forniture) dall’altra sono tipologie di attività economiche profondamente e strutturalmente diverse. Quindi, occorre logica e coerenza conseguenti! Riteniamo che il meccanismo di revisione dei prezzi, imposto dall’articolo 60, debba rispecchiare adeguatamente l’andamento effettivo dei costi. Per i contratti ad esecuzione periodica o continuativa la revisione venga operata annualmente applicando ai corrispettivi gli indici ISTAT FOI, ovvero modalità di cui è titolare la pubblica amministrazione, altrimenti è elementare dedurre che l’equilibrio economico dei contratti salti, come è già saltato in questi due anni.

ANIR Confindustria invita pertanto a intraprendere atti risolutivi e corretti per regolamentare la revisione dei prezzi nel mondo dei servizi, onde evitare una immediata crisi del settore e nessuna possibilità di crescita e sviluppo per migliaia di aziende e per una platea di lavoratori che complessivamente ammonta a oltre 5 milioni, considerando l’indotto della ristorazione collettiva, settore che ha già pagato prezzi molto alti per la pandemia prima e l’aumento dei costi poi.

PREZZI AL CONSUMO. L’aumento dei generi alimentari soffoca la ristorazione collettiva: +18,6 nel biennio 2022 – 2023

Il nuovo anno si apre con una certezza: mentre l’inflazione tende a scendere, i prezzi dei beni alimentari continuano ad aumentare. I nuovi dati ISTAT dei prezzi al consumo e del calcolo dell’inflazione su base annuale, che tutti hanno guardato con speranza per il rallentamento su base tendenziale dell’inflazione (5,7% contro l’8,1% del 2022), evidenziano in modo allarmante, ancora una volta, la disposizione ostinata e contraria dei beni alimentari non lavorati e, più in generale, dell’intero comparto alimentare che, su base annua ha visto un aumento del 9,8% nel 2023 (contro l’8,8% del 2022). A questi si aggiungano anche gli aumenti relativi ai costi di produzione industriale. Rialzi fuori controllo che da mesi stanno mettendo in ginocchio il settore della ristorazione collettiva, nel totale disinteresse delle parti sociali, politiche e governative, come se il problema di un intero settore che occupa centinaia di migliaia di persone, produce un miliardo di pasti l’anno per circa sei miliardi di fatturato, non esistesse.

«Il nostro settore e le nostre aziende» afferma Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria, «hanno dovuto affrontare, nel biennio 2022-2023, un aumento dei prezzi vertiginoso: parliamo del 18,6%. E non solo: abbiamo dovuto far fonte a questa escalation dei prodotti alimentari, con le sole nostre forze, perché il Codice degli Appalti non permette l’adeguamento dei prezzi ai maggiori costi e nessuna misura economica di sostegno è stata adottata per far fronte alle spese già sostenute. Oltre a far fronte alla crisi, diventa fondamentale l’intervento perché si continui a offrire un servizio fondamentale di pubblica utilità, universale come quello delle mense, ad esempio negli ospedali e nelle scuole.

Abbiamo davanti un nuovo anno che rischia di certificare una profonda crisi strutturale del nostro comparto, mi sembra evidente che questa situazione non possa essere confinata all’interno delle dinamiche di rinnovo per il Contratto nazionale, (CCNL turismo e pubblici esercizi che riguarda circa 600.000 lavoratori) per cui faremo fino in fondo la nostra parte. Durante questo 2024, diventa vitale per tutto il nostro settore cambiare la rotta di una situazione che è diventata insostenibile: modificare il Codice Appalti affinché riconosca automaticamente gli adeguamenti dei prezzi, stabilire un intervento economico per sostenere le imprese che hanno fatto fronte all’aumento incontrollato dei prezzi dei beni alimentari con fondi propri, affrontare la contrattazione nazionale della ristorazione collettiva in ottica di crescita, di sviluppo del settore, di maggiore valorizzazione delle risorse umane e non di mera conservazione e cristallizzazione delle parti, motivi per cui chiediamo di istituire un Tavolo nazionale della ristorazione collettiva, a cui far partecipare tutta la filiera, in cui poter affrontare tutte le questioni del settore tra Istituzioni, imprese, parti sociali e stakeholder».

Sciopero settore turismo. ANIR Confindustria: «Esclusi dal tavolo delle trattative, vogliamo incontro con i Sindacati e Governo»

Apprendiamo che per l’intera giornata del 22 dicembre è stato dichiarato, da parte delle organizzazioni sindacali, lo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori a cui viene applicato il contratto nazionale dei pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale. Come ANIR riteniamo importante che su vicende di primaria importanza, come questa, vi siano informazioni corrette. Perché rappresentiamo un cospicuo gruppo di aziende, con la più grande rappresentanza del settore in termini di personale impiegato e, in particolar modo, considerando anche il momento di particolare difficoltà che sta attraversando la ristorazione collettiva.

«Abbiamo più volte fatto richiesta di partecipazione al Tavolo di rinnovo del Contratto collettivo nazionale» afferma il Presidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, «con riguardo particolare agli addetti alla ristorazione collettiva. Crediamo sia importante ribadire la specificità del settore, soprattutto in un momento di difficoltà come quello che stiamo attraversando. La ristorazione collettiva ha svolto, e continua a svolgere, un ruolo di pubblica utilità che impone modelli di gestione e organizzativi diversi da quelli di alberghi, bar, ristoranti. È inspiegabile per noi, anche visto il numero di lavoratrici e lavoratori che sono impiegati presso le aziende che rappresentiamo, riscontrare una indisponibilità delle altre parti coinvolte nella negoziazione, a consentire la partecipazione al tavolo del rinnovo del CCNL di settore. Abbiamo chiesto un confronto con le sigle sindacali, ma fino ad oggi non c’è stato dato. Comprendiamo le ragioni dello sciopero, ma non possiamo sentirci responsabili dei motivi dell’interruzione delle trattative, proprio perché non abbiamo potuto prenderne parte. Inoltre, denunciamo da tempo che se la questione del caro prezzi non viene messa al centro della discussione, insieme al contratto si rischia di portare questo settore al tracollo. È arrivato il momento in cui vanno prese decisioni e introdotte misure all’altezza della gravità dei problemi, sia dei lavoratori che delle aziende. Continuare a operare a compartimenti stagni è, a nostro avviso, dannoso e non porterà alcun beneficio alla ristorazione collettiva italiana».

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