Autore: Ufficio Stampa

FONDI PNRR. Anir Confindustria sui progetti di edilizia scolastica: «Non perdiamo una grandissima occasione»

Dal Governo filtrano indicazioni sulla volontà di riposizionamento fondi per circa 10/15 miliardi di euro dal PNRR, così com’era stato concordato inizialmente con l’Unione Europea, al piano RePowerEu. Si tratta di una decisione complessa e difficile che però non può comportare un passo indietro rispetto all’efficientamento e alla costruzione secondo nuovi criteri dell’edilizia scolastica di asili e mense.


«Da tutti gli studi prodotti in questi anni» afferma il Vicepresidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, «si evince che le mense fanno parte dell’offerta formativa nelle scuole, come educazione al cibo e all’alimentazione, e che, in alcune parti d’Italia, costituiscono per molti alunni l’unica possibilità di corretta alimentazione. C’è una richiesta sempre più forte, nonostante vengano serviti ogni anno undici milioni di pasti, solo una scuola su tre, in Italia, è dotata di mensa. Crediamo che rinunciare alla costruzione di nuovi edifici scolastici e spazi di refezione possa costituire un passo indietro verso una formazione completa e verso una scuola più ‘giusta’ e ci auguriamo che il Ministero su questo stia facendo un’attenta riflessione. Utilizzare i fondi del PNRR per migliorare la funzione educativa e sociale del pasto nelle mense scolastiche crediamo sia una grande opportunità per il nostro Paese».

Il settore della ristorazione collettiva in evidenza su Affari e Finanza, l’inserto economico settimanale de La Repubblica, con la parole del Presidente Mattioli e del Vicepresidente Massimo Piacenti

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Riportiamo l’articolo uscito su Affari e Finanza, settimanale di La Repubblica, il 5 Giugno a firma di Michele Zaccardi.

La ristorazione collettiva sull’orlo del default

I costi dei generi alimentari corrono ancor più dell’inflazione media. Ma tutti i contratti con la Pubblica amministrazione hanno tariffe bloccate

Michele Zaccardi

«Il violento rialzo dei prezzi sta seriamente condizionando il mercato: tutte le aziende del nostro settore sono in perdita».

La concisione con cui Lorenzo Mattioli, presidente di Anir Confindustria, descrive la situazione in cui versano le imprese della ristorazione collettiva si riflette nell’apparente semplicità del problema: l’inflazione ha fatto esplodere i costi mentre i prezzi per la fornitura dei servizi sono bloccati.

Al contrario di altri settori che lavorano per la Pubblica amministrazione, come quello delle costruzioni, i capitolati di appalto non prevedono la possibilità di rivedere i tariffari. E per imprese che realizzano più della metà del loro giro d’affari, 3,5 miliardi di euro su poco più di 6, fornendo pasti a scuole, caserme e ospedali l’assenza di un adeguamento automatico pesa come un macigno.

«Questo è un settore che rischia il default – prosegue Mattioli – un tessuto imprenditoriale importantissimo fatto da centinaia di aziende che erogano 4,5 milioni di pasti al giorno, 1 miliardo all’anno. Se non si interviene si rischia una seria emergenza sociale».

Anche perché le aziende non possono ridurre o sospendere l’attività per non incorrere nel reato di interruzione di pubblico servizio.

La conseguenza è che, da mesi, sono costrette a lavorare in perdita. «Nell’ultimo anno, il costo dei prodotti alimentari che utilizziamo è aumentato del 30%. Anche in questi giorni sono arrivate richieste per ritoccare all’insù i listini» spiega Massimo Piacenti, vicepresidente di Anir con delega alle relazioni istituzionali.

«Molte imprese stanno chiudendo i bilanci in sofferenza. Le più grandi stanno erodendo in maniera significativa il patrimonio netto, le più piccole sono in grave difficoltà. Molte gettano la spugna o sono in procinto di vendere».

Certo, le imprese più solide riescono a reggere. «Siamo riusciti a chiudere i conti in utile, ma dall’anno scorso ci siamo trovati con incrementi del 40% per i generi alimentari, ben oltre l’inflazione generale, senza possibilità di ritoccare i prezzi » ricorda Tommaso Putìn, vicepresidente di Serenissima Ristorazione. «Il nostro è un settore labour intensive, in azienda abbiamo più di 10mila dipendenti, con una struttura dei costi molto rigida: il lavoro, che è una voce incomprimibile, incide per il 40%, mentre un altro 40% è dato dai generi alimentari».

A snocciolare i numeri su quante imprese non si sono viste riconoscere un adeguamento automatico è Piacenti. «Circa il 75% dei contratti in essere non è coperto da una clausola obbligatoria di revisione deiprezzi. Sono accordi siglati sotto l’egida del Codice degli appalti del 2016 che rimette l’adeguamento alla discrezionalità delle stazioni appaltanti ». E ovviamente non tutte hanno le risorse per tamponare l’emergenza. Persino la revisione fatta dal Comune di Roma, tra gli esempi virtuosi, ha coperto soltanto il 40% dei maggiori costi. «Siamo all’aspirina per una malattia molto grave» commenta il vicepresidente di Anir.

Una soluzione poteva venire dalla riforma del Codice degli appalti, ma le speranze delle imprese sono andate deluse. Intanto perché i contrattiin essere non vengono toccati dalla riforma, poi perché si prevede che la revisione dei prezzi sia riconosciuta solo in presenza di aumenti superiori al 5%. «Una sorta di franchigia – spiega Piacenti – e sulla parte eccedente viene riconosciuto l’80%. Per esempio con l’inflazione al 10% alle aziende verrebbero riconosciuti solo 4 punti. In un settore che, prima del Covid, aveva un Ebitda del 5%, che significa un utile netto intorno a zero virgola, questa soluzione è inadeguata. Se poi l’inflazione dovesse tornare a un fisiologico 2%, la revisione non scatterebbe».

Senza contare che i prezzi dei generi alimentari corrono molto più dell’indice generale. A maggio l’inflazione è cresciuta del 7,6%, mentre gli alimentari lavorati del 13,4% e quelli non lavorati dell’8,9%. Un trend che, con l’avvicinarsi dell’estate, potrebbe persino peggiorare. «Oltre alla disgrazia in Romagna, dove si concentra una parte molto rilevante della produzione ortofrutticola – puntualizza Piacenti – c’è anche la minaccia della siccità che incombe: ciò determinerà ulteriori problemi per il reperimento dei prodotti della filiera agroalimentare, con ripercussioni sui prezzi».

Per questo Anir chiede al governo interventi immediati. «Nel nostro comparto i contratti hanno una durata minima compresa tra 3 e 5 anni: se non si può mettere mano a questo la situazione diventa catastrofica», dice Mattioli. «Credo ci siano delle buone possibilità per prevedere, prima dell’entrata in vigore della riforma, un periodo transitorio in deroga al codice per venire incontro al settore: a noi basterebbe un adeguamento all’indice Istat». La proposta di Anir è di rimpinguare con circa 200 milioni di euro il fondo, istituito durante il Covid, destinato alla ristorazione collettiva. Risorse a cui gli enti potrebbero attingere per riconoscere gli aumenti. «Abbiamo avuto un’interlocuzione molto attenta da parte del governo, ma ora servono risposteconcrete».

CARO MENSE e CARO PREZZI: «I dati confermano ciò che segnaliamo da tempo. Anche per gli utenti urge trovare una soluzione»

È uscito nei giorni scorsi il report 2022/2023 sulle ‘Tariffe mense scolastiche e investimenti PNRR’ di Cittadinanzattiva, in cui vengono riportati gli aumenti delle spese in Italia relativi ai servizi di refezione scolastica. Rispetto al periodo 2020/2021 viene riportato un aumento delle spese che dovrebbe far carico sulle famiglie, di poco più del 2% in media, anche se sul territorio nazionale le variazioni sono molto differenti, passando da un +26% ad un -10,5%.

«Ringraziamo Cittadinanzattiva per aver contribuito a far luce sulla questione degli aumenti» afferma Massimo Piacenti, Vicepresidente di ANIR Confindustria, «tema su cui stiamo richiamando l’attenzione delle Istituzioni ormai da tempo. L’aumento della spesa del 2% indicata dal report è solo una piccola parte, quella riconosciuta, degli aumenti che stanno sostenendo le aziende che erogano il servizio nelle mense in tutta Italia. Perché, come abbiamo già avuto modo di ribadire, il costo di produzione di un singolo pasto è aumentato mediamente del 20% e, a causa della siccità e dei cambiamenti climatici che stanno devastando i raccolti, pensiamo non possa migliorare nel breve termine.

Per questo chiediamo alle amministrazioni pubbliche e al governo» continua sempre Piacenti «di trovare soluzioni che possano risolvere una situazione di gravissima crisi, che coinvolge migliaia di aziende, centinaia di migliaia di lavoratori e milioni di cittadini. L’impegno da parte nostra non manca per migliorare la situazione. In questo momento per lo stesso motivo stiamo collaborando con ANAC per la definizione e l’adeguamento dei prezzi di riferimento dei servizi di ristorazione collettiva (scolastica e sanitaria) per consentire alle nostre aziende di continuare a dare un servizio essenziale all’interno di un mercato, quello del cibo pubblico, che possa essere sempre più determinato, qualitativo e sicuro».

 

 

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FONDO SOVRANO e MADE IN ITALY. ANIR: «Ristorazione collettiva e settore agroalimentare, una filiera del food di valore e qualità per il Paese»

Nel Consiglio dei ministri convocato nella giornata di domani, verrà discussa la legge quadro sulla tutela del Made in Italy, una legge voluta fortemente dal Ministro alle Imprese e al Made in Italy, Adolfo Urso. Si parla, tra le altre cose, di norme pensate per tutelare l’industria e la produttività italiana.  

«Apprezziamo la volontà di tutelare e promuovere il Made in Italy» sostiene il Vicepresidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, «anche con un fondo che riesca a sostenere le filiere strategiche dei prodotti italiani. Riteniamo che il settore della ristorazione collettiva possa giocare una parte importante nella promozione del Made in Italy, a partire dalla qualità delle filiere, come quella dei servizi e dell’agroalimentare che sosteniamo da anni.

Una filiera, quella del food italiano – agricoltura, industria, distribuzione, ristorazione e settori connessi – che complessivamente vale 31,8% del valore del PIL, secondo gli ultimi dati forniti in questi giorni dal Censis. Un ecosistema di 1,3 milioni di imprese e 3,6 milioni di addetti, con un fatturato annuo di circa 607 miliardi di euro.

Crediamo che qualità e professionalità possano essere requisiti ottenibili attraverso una buona cultura del cibo, dell’alimentazione e del lavoro. In particolar modo nei servizi come la ristorazione collettiva, un servizio di pubblica utilità che produce e fornisce pasti con le proprie mense in scuole, ospedali e caserme del Paese»​

COMMISSIONE CARO PREZZI: per ANIR CONFINDUSTRIA incontenibile l’aumento dei beni alimentari, per la ristorazione collettiva servono misure urgenti e straordinarie

Guardiamo con attenzione all’atteso incontro della Commissione di allerta rapida sui prezzi, voluta fortemente dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che analizzerà oggi, in primis, l’andamento del prezzo della pasta, che rimane sempre troppo alto, e più in generale affronterà l’aumento registrato nei mesi scorsi dei beni agroalimentari.

«Crediamo sia necessario un intervento urgente e straordinario» afferma il Vicepresidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, «per trovare delle misure che riescano a intervenire in un settore come quello della ristorazione collettiva che è in piena crisi. Continuiamo a servire i pasti nonostante le gravi difficoltà economiche che stiamo attraversando da mesi.  L’intero settore della ristorazione collettiva è uno dei più colpiti dal caro prezzi, diventa davvero difficile servire un pasto oggi, in molti degli appalti pubblici per scuole, ospedali, carceri, centri anziani, con i prezzi che sono quelli fissati anni prima, senza veder riconosciuti gli adeguamenti necessari.  A rischio, l’abbiamo già ribadito in più occasioni, ci sono migliaia e migliaia di posti di lavoro che stiamo cercando di preservare con grandi sacrifici».

 

 

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Consiglio Generale di ANIR Confindustria

Si è svolto lo scorso 3 maggio il Consiglio Generale di ANIR Confindustria, un importante seduta che ha affrontato i principali dossier su cui si sta svolgendo e programmando l’attività istituzionale e associativa, molte sono le sfide su cui ANIR si impegnerà a svolgere un ruolo per il miglioramento del settore, dei lavoro degli operatori e delle aziende; a partire dalla piena rappresentanza di un settore labour intensive nella contrattazione nazionale di categoria, nel ottenere il reale riconoscimento dei maggiori costi sostenuti per i contratti in corso e da farsi, ma soprattutto elevare il grado di sicurezza e qualità dei servi svolti, essenziali per la vita e la crescita del Paese.
Una seduta particolare in cui è stato designato alla carica di presidente Massimo Piacenti, già Vicepresidente con la delega alle relazioni istituzionali, ruolo che sarà effettivo solo dopo la prossima assemblea generale dei soci. Un momento di bilanci di questi primi anni della attività di ANIR e di rilancio programmatico delle attività e della rappresentanza della ristorazione collettiva industriale che vive momenti di forte criticità ma anche di grandi opportunità. Un sentito ringraziamento del consiglio è stato espresso per l’attività di Presidenza ad interim svolta in questo anno dal Presidente di Confindustria Servizi HCFS Lorenzo Mattioli che resta Presidente onorario della associazione.

Paolo Valente

ANIR Confindustria protagonista del Forum ESG 2030 promosso da Associazione Diligentia ETS, in collaborazione con Unioncamere.

Attraverso la presenza del Segretario generale, Paolo Valente, ANIR Confindustria ha recitato un ruolo da protagonista nel Forum ESG 2030, promosso da Associazione Diligentia ETS, in collaborazione con Unioncamere – Unione italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Un evento che ha contribuito a lanciare il progetto ESG 2030, co-finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nel quadro della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile adottata dal MASE.

Un progetto rivolto a istituzioni, associazioni, imprese e professionisti con l’obiettivo di promuovere e divulgare le migliori prassi di predisposizione e divulgazione di informazioni societarie su tutti gli aspetti della sostenibilità (governance, sociali, sicurezza, ambientali ed etica di business) e al loro impiego in conformità al quadro normativo emergente a livello europeo e nelle relazioni con i principali stakeholders (autorità pubbliche, banche, investitori, clienti e consumatori, società civile). ESG (Environment, Social, Governance) è l’acronimo comunemente utilizzato per identificare le informazioni di sostenibilità e di responsabilità d’impresa.

Le ragioni del progetto

Negli ultimi anni si è registrata una crescente domanda di informazioni credibili, accurate, comparabili e affidabili sugli approcci, le prestazioni e, soprattutto, sul grado di esposizione a rischi attuali e potenziali che possono causare impatti avversi all’impresa e/o ai suoi Stakeholder dovuti ad aspetti legati alla sostenibilità (Governance, sociali, sicurezza, ambientali ed etica di business).

La domanda di queste informazioni è trainata innanzitutto da istituzioni internazionali (Nazioni Unite, OCSE, etc.) che guidano il quadro normativo nazionale, europeo e internazionale a introdurre crescenti obblighi di informazione su aspetti non-finanziari.

Per effetto di questa spinta tutti gli operatori istituzionali ed economici (investitori e banche, buyers, clienti e consumatori, società civile e associazioni) sono sollecitati a prendere decisioni consapevoli sul livello di esposizione ai rischi relativi agli aspetti di sostenibilità a cui sono esposti nelle loro relazioni con le imprese.

Tali effetti non si manifestano solo tra attori in ambito comunitario o nazionale ma interesseranno anche il quadro di scambi commerciali e investimenti internazionali.

In questo contesto si è registrata una proliferazione di standard, marchi, asserzioni, certificazioni e rating ESG non sempre conformi a standard internazionali, basati su criteri e processi di valutazione adeguati e trasparenti e rilasciati da soggetti credibili e soggetti a controlli indipendenti.

Per ridurre la confusione sono state avviate numerose iniziative di normazione cogenti (es. : Regolamenti e Direttive EU) e volontaria (es. : standard ISO), sistemi di accreditamento (es. : IAF – International Accreditation Forum) con l’obiettivo di migliorare la qualità delle informazioni societarie di sostenibilità e dei controlli per migliorarne accuratezza, affidabilità, comparabilità e credibilità.

ANIR avvia tavolo di confronto con ANAC sulla revisione e l’aggiornamento dei prezzi e sul nuovo bando tipo affidamenti

Roma, 26 Aprile 2023

Cari Associati, con la presente Vi informiamo che fino al 22 maggio 2023 sul sito dell’ANAC è in consultazione lo schema di bando tipo per le procedure aperte per l’affidamento di contratti pubblici di servizi e forniture nei settori ordinari sopra le soglie europee, da aggiudicarsi con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo.

Il documento è stato predisposto dall’ANAC per agevolare le stazioni appaltanti nella fase di prima applicazione del nuovo Codice in quanto ANAC ha ritenuto che il nuovo Codice potesse ingenerare difficoltà interpretative e applicative diffuse, con il rischio di rallentamento delle procedure d’appalto e dell’adozione di comportamenti difformi da parte delle stazioni appaltanti.

Il  nuovo  codice  affida  all’ANAC  il  compito  di  supportare  le  stazioni  appaltanti garantendo la promozione dell’efficienza e della qualità della loro attività proprio attraverso l’adozione di bandi-tipo, capitolati-tipo, contratti-tipo e altri atti amministrativi generali: l’articolo 83, comma 3, del nuovo codice dei contratti pubblici prevede che i bandi di gara siano redatti in conformità ai bandi tipo predisposti dall’Autorità e che eventuali deroghe vengano espressamente motivate dalle stazioni appaltanti, nella delibera a contrarre.

Per la stesura dello schema di bando si è istituito presso Anac un apposito gruppo di lavoro a cui hanno partecipato Consip, Invitalia, rappresentanti dei soggetti aggregatori, Itaca e Fondazione IFEL.

Per garantire la massima trasparenza e partecipazione ai procedimenti di regolazione, il documento viene posto in consultazione fino al 22 maggio 2023 alle ore 23.59: gli Stakeholder interessati possono far pervenire le proprie osservazioni sul documento posto in consultazione.

La nostra associazione, pertanto, sarà disponibile, sino al 20 maggio, a raccogliere contributi e a predisporre un documento sintetico utile a formulare la propria osservazione al bando tipo.

 

Il Segretario Generale

Paolo Valente

 

Bando Tipo n.1-2023 – documento in consultazione – 21.04.2023

Nuovo Codice appalti: bene semplificazioni, forti criticità sulla revisione dei prezzi una misura da correggere presto

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo Codice Appalti per i lavori, le forniture e i servizi pubblici per dare seguito alla ben auspicata semplificazione dei contratti, un passaggio importante per la ripresa e lo sviluppo della crescita del Paese.

Rimane, purtroppo, fortemente penalizzato il settore dei servizi, a cui non è riconosciuta la revisione prezzi per i contratti in essere e di fatto anche per quelli a venire, visto l’introduzione di un sistema con franchigia che mal si adatta al settore dei servizi. Per i servizi di ristorazione collettiva, che da tempo denunciano il mancato riconoscimento dell’aumento dei costi sostenuti, si profila una crisi strutturale, che sta già producendo la non partecipazione a gare che interessano il servizio delle mense in scuole e ospedali.

«Abbiamo chiesto a gran voce, per mesi» afferma il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli, «che venissero varate misure urgenti per fronteggiare la crisi imminente e apportate modifiche al Codice Appalti capaci di distinguere i contratti di lavori pubblici da quelli dei servizi. Nonostante le tante rassicurazioni avute, rileviamo la mancanza di disposizioni risolutive, una condizione che comporterà gravi ripercussioni per aziende e lavoratori in un settore che svolge servizi essenziali e di pubblica utilità. Rimane ferma la volontà di scongiurare tavoli di crisi volti alla gestione di politiche di riduzione del lavoro e dei lavoratori, motivo per cui l’introduzione di una misura specifica che garantisca il principio di equilibrio economico per i contratti in corso per il servizio delle mense pubbliche è più che auspicata.»

ANIR Confindustria ha in questi giorni avviato interlocuzioni significative con i ministeri delle infrastrutture, delle Imprese e del Made in Italy e dell’Economia e delle finanze, per urgenti misure correttive e che evitino l’apertura di un tavolo di crisi.

La ristorazione collettiva in piazza per protesta ANIR CONFINDUSTRIA: «Il rischio è una crisi che colpirà aziende e lavoratori, come bambini, malati e anziani. Bene che arrivino delle prime risposte da parte del governo»

Si è tenuta a Roma la straordinaria mobilitazione Nazionale del settore della Ristorazione Collettiva, indetta da ANIR Confindustria e dalle aziende del comparto, contro la mancanza di misure del Governo per fronteggiare il caro prezzi che sta penalizzando fortemente l’intero mondo delle mense pubbliche.  Centinaia di persone in piazza per chiedere un «pasto giusto contro il pasto ridotto» che, solo per la giornata di oggi, gli addetti al servizio hanno servito nelle mense delle aziende aderenti alla protesta in tutto il territorio nazionale.

«Chiediamo al Governo» ha sostenuto il Presidente di ANIR Confindustria, Lorenzo Mattioli, «interventi urgenti e strutturali per poter far fronte a questa crisi di un settore che impiega circa 120 mila persone, per l’80% donne. Diverse le interlocuzioni ma attendiamo risposte concrete e per questo, nelle mense delle aziende aderenti, abbiamo oggi servito un servizio minimo che abbiamo chiamato pasto ridotto, oltre ad essere stati costretti a scendere straordinariamente in piazza. Stiamo lavorando in condizioni impossibili, penalizzando i bilanci delle nostre aziende, compromettendo tanti posti di lavoro di donne e famiglie che tutti i giorni servono la comunità con impegno e dedizione attraverso migliaia e migliaia di pasti, il principio è semplice: aumentano i costi a carico delle aziende che sono obbligate dalla Amministrazione Pubblica a non interrompere e a non variare il servizio. La stessa PA, però, non riconosce l’aumento dei costi sostenuti, poiché non ha una legge che glielo impone. Questa è una concatenazione di fattori sfavorevoli che sta soffocando definitivamente le aziende».

«Crediamo che il riconoscimento dell’aumento automatico all’indicizzazione ISTAT, almeno per i servizi pubblici, nella riforma del Codice Appalti» dice il Vicepresidente di ANIR Confindustria, Massimo Piacenti, «sia davvero una doverosa presa d’atto che, fino ad oggi, vi sia stato un comportamento discriminatorio nei confronti di un servizio come il nostro, che ha margini molto ridotti, dovuti a clausole sociale che abbiamo sempre condiviso, come quella del prezzo accessibile e dell’assunzione di tutto il personale delle commesse precedenti. Ai nostri atti di responsabilità però, non corrispondono altrettanti atti di responsabilità della politica, che solo ora mostra di non ignorare le nostre richieste».

Diversi i contributi arrivati durante la manifestazione, come le presenze istituzionali che si sono alternate durante la mobilitazione di piazza Santi Apostoli con la presenza di delegazioni dei vari partiti di maggioranza e opposizione: dall’esponente di Fratelli d’Italia, segretario alla Camera della VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) on. Massimo Milani, al rappresentante di Forza Italia, on. Raffaele Nevi, dall’esponente del M5S, segretario al Senato della VIII Commissione, sen. Antonio Salvatore Trevisi, e da una delegazione del PD, composta dai senatori Manca e Verini e dall’onorevole Casu

Diversi gli incontri che si sono succeduti nelle ore precedenti e durante la mobilitazione tra ANIR e importanti ministeri del governo, in particolare con il Sottosegretario Albano al MEF e con il Ministro Adolfo Urso al Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha attivato presso la sua segreteria con il sottosegretario Bitonci, con il Capo Ufficio Legislativo Veltri e con il capo segreteria Ciampi un tavolo di lavoro che individui soluzioni strutturali alle forti criticità che sta interessando il comparto delle mense pubbliche.

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