Autore: Graziano Lanzidei

Consulta dei Servizi: il mancato intervento del Governo mette a rischio qualità dei servizi essenziali

Il ritiro degli emendamenti al Decreto Infrastrutture che puntavano a introdurre la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e regole più uniformi negli appalti di servizi e forniture è una scelta che condanna al fallimento decine di aziende, con il conseguente rischio di perdita di migliaia di posti di lavoro, e minaccia la tenuta di settori cruciali per il funzionamento quotidiano del Paese.

È la denuncia della Consulta dei Servizi – che riunisce 19 associazioni nazionali e 4 filiere – a seguito del ritiro, senza motivazioni, durante l’iter di conversione del decreto-legge n. 73/2025 presso le Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, di emendamenti ritenuti essenziali per garantire equità e continuità negli appalti pubblici.

Il settore dei servizi fatica a sostenere contratti pubblici che non riconoscono l’impatto reale dell’inflazione e dell’aumento dei costi. La soglia del 5% per l’attivazione della revisione prezzi, abbassata correttamente al 3% per i lavori pubblici, è stata dimostrata come inefficace. Inoltre, l’assenza di norme certe sulla revisione prezzi, per contratti pluriennali della durata di almeno 5 anni, in un comparto ad alta intensità di manodopera dove il costo del lavoro pesa in modo decisivo, ha un effetto diretto sulle politiche salariali. Senza una revisione dei contratti in essere con la PA, che tenga conto degli aumenti previsti dai rinnovi dei CCNL, si rischiano ricadute sul fronte occupazionale: o le imprese non saranno in grado di onorare gli appalti vinti e partecipare ai nuovi, o saranno costrette a ridurre drasticamente i costi, con effetti sulla qualità dei servizi e sulla dignità del lavoro.

Parlamento e Governo devono porre la giusta attenzione alle conseguenze che deriveranno dal vigente quadro normativo, che mette a rischio la tenuta economica e sociale di servizi pubblici essenziali – dalla ristorazione scolastica e ospedaliera alla vigilanza, dai servizi ambientali al welfare – dai quali dipende, per lo svolgimento di attività quotidiane di milioni di cittadini, la funzionalità stessa del Paese. Si tratta di un settore che significa oggi 70 miliardi di euro, impiega un milione di persone ed è parte integrante della coesione sociale e del benessere dei cittadini.

Ravvisiamo segnali allarmanti: si continua a chiedere ai servizi essenziali uno sforzo non più sostenibile, anche a costo di comprometterne la tenuta. Le ricadute sarebbero gravissime: riduzione della qualità dei servizi, perdita di posti di lavoro e chiusura di imprese qualificate.

Intendiamo proseguire con determinazione le nostre azioni di confronto attraverso l’interlocuzione istituzionale e pubblica. Ci rivolgiamo a Governo e Parlamento per richiamare l’attenzione sull’evidenza che, ogni giorno che passa senza una norma strutturale per la revisione dei prezzi, si consuma un danno economico e sociale.

L’intera rappresentanza del comparto proseguirà nel portare in tutte le sedi istituzionali i rischi concreti che corre il sistema-sicurezza del Paese.

La Consulta auspica che il confronto con il Governo – a partire dall’intergruppo parlamentare dedicato al settore e l’istituzione di un tavolo interministeriale presso il MIT – consenta di provvedere a correttivi non più rinviabili e costruire un quadro strutturale equo e sostenibile, capace di riconoscere il valore strategico dei servizi pubblici.

DL Infrastrutture – Consulta dei Servizi: «Dal voto sugli emendamenti dipendono imprese e occupazione»

La Consulta dei Servizi, che rappresenta 19 associazioni nazionali e 4 filiere, accoglie con interesse gli emendamenti al Decreto Infrastrutture (A.C. 2416), in particolare quelli che intervengono su due aspetti cruciali per il futuro della ristorazione collettiva e dei servizi pubblici: la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e una maggiore uniformità nelle regole degli appalti di servizi e forniture.

La richiesta è chiara: serve un meccanismo stabile e strutturale per la revisione dei prezzi, a tutela delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini. Le soglie attuali del 5% si sono dimostrate insufficienti, soprattutto nei contratti pluriennali di settori ad alta intensità di manodopera e funzione pubblica, come la ristorazione collettiva.

Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria, dichiara:
«Tutti dicono di preoccuparsi del futuro dei servizi pubblici essenziali, ma il tempo delle parole è finito. Ora è l’occasione per farlo seriamente. Gli emendamenti al DL Infrastrutture sono l’unica risposta concreta che Governo e Parlamento possono dare al nostro settore. Se non arrivano subito regole certe e giuste, la ristorazione collettiva e tutto il comparto dovranno affrontare una crisi strutturale: a rischio la qualità dei servizi, la tenuta occupazionale e la sostenibilità delle imprese».

Emilio Roussier Fusco, Vicepresidente ANIR Confindustria, aggiunge:
«Serve un meccanismo obbligatorio e strutturale di revisione ordinaria dei prezzi nei contratti di servizi. Non si può continuare ad affrontare rincari e instabilità senza strumenti adeguati. È una misura di responsabilità, che tutela le imprese, i lavoratori e la qualità dei servizi erogati ogni giorno a milioni di cittadini».

Nel corso dell’evento “Con i Servizi Cresce l’Italia”, la Consulta ha presentato uno studio economico che evidenzia l’inefficacia della soglia del 5% e la necessità di ridurla al 3%, attivando la revisione automatica dei prezzi senza impatti significativi sulla spesa pubblica: oltre il 71% delle risorse stanziate resterebbe disponibile per le stazioni appaltanti.

La sostenibilità del settore è oggi seriamente compromessa: se gli emendamenti non verranno approvati, migliaia di imprese rischiano di non sopravvivere e centinaia di migliaia di posti di lavoro saranno a rischio. È inaccettabile che, mentre nel settore dei lavori pubblici la soglia per attivare la revisione prezzi sia stata giustamente abbassata al 3%, nei servizi sia ancora ferma al 5%. E che la revisione ordinaria sia solo facoltativa. Le imprese sono costrette ad assorbire da sole gli effetti di inflazione e rincari. È ora di superare questa evidente disparità, che penalizza imprese e lavoratori e danneggia l’intera collettività.

«La sostenibilità dei servizi si garantisce con regole giuste e stabili», sottolinea la Consulta. «La revisione ordinaria obbligatoria è una misura di responsabilità che tutela i servizi essenziali, l’occupazione e la qualità per milioni di cittadini. Chiediamo un intervento rapido sul Codice dei Contratti, come già previsto per i lavori, senza aggravi per la spesa pubblica. Senza un intervento urgente, lo abbiamo ribadito in più circostanze, tutto il nostro settore è a forte rischio. Prima di tutto per la diminuzione della qualità dei servizi che vengono erogati».

Il comparto dei servizi pubblici, che comprende ristorazione collettiva, vigilanza, servizi ambientali e facility management, di welfare e sociosanitari conta oltre 23.000 imprese, un milione di addetti e un fatturato di 70 miliardi di euro, rappresentando una vera infrastruttura invisibile ma indispensabile per il Paese.

La Consulta continuerà il confronto con Parlamento e Governo per costruire un quadro normativo moderno, equo e sostenibile, in grado di valorizzare i servizi pubblici come motore di crescita, occupazione e coesione sociale. La recente nascita di un intergruppo parlamentare dedicato al settore, sostenuto da esponenti di maggioranza e opposizione, testimonia l’urgenza e la trasversalità del tema.

Appalti e servizi, primi risultati per la Consulta: il dialogo con Parlamento, Governo e Istituzioni fa passi in avanti

Regole più eque, continuità nei contratti, sostenibilità per imprese e lavoratori: è questo il messaggio che la Consulta dei Servizi ha portato ieri a Palazzo Wedekind durante l’evento pubblico “Con i Servizi Cresce l’Italia”. Un confronto ad alta intensità tra rappresentanze imprenditoriali e istituzioni, con un tema al centro: l’urgenza di intervenire sul sistema di revisione dei prezzi nei contratti pubblici per i servizi.

La proposta della Consulta – che rappresenta oltre 23.000 imprese, quasi un milione di addetti e un fatturato di oltre 70 miliardi di euro – è chiara: rendere la revisione prezzi più accessibile ed efficace, senza aggravare la spesa pubblica, valorizzando strumenti già previsti dal Codice dei Contratti.

Presentato lo studio economico che mostra come gli attuali indici previsti di fatto sono inefficaci nell’attuazione della revisione dei prezzi per questi contratti pluriennali, e che basterebbe impiegare le somme accantonate nei contratti per rendere continuativa la revisione dei prezzi e garantire l’equilibrio contrattuale. Nel dettaglio, dai dati esposti emerge con chiarezza che la richiesta di abbassare la soglia dal 5% al 3%, non penalizzerebbe le stazioni appaltanti, mantenendo oltre l’84% delle risorse economiche inizialmente stanziate per la gara e per la revisione ordinaria nella misura del 73%.

Forte la risposta delle istituzioni. La deputata Erica Mazzetti ha annunciato la nascita di un intergruppo parlamentare dedicato ai servizi, sostenuta da colleghi di maggioranza e opposizione come i deputati Raffaele Nevi, Andrea Casu, Massimo Milani e la senatrice Vita Maria Nocco. Un fronte trasversale che riconosce l’urgenza del tema e apre al dialogo con le parti sociali.

Dal lato tecnico e amministrativo, sono intervenuti Elena Griglio, capo dell’Ufficio Legislativo del MIT, e il Consigliere di Stato Dario Simeoli, che hanno evidenziato la necessità di rendere la revisione prezzi uno strumento davvero operativo, capace di rispondere alle dinamiche di un settore ad alta intensità di lavoro e funzione pubblica, anche attraverso ulteriori specifiche che sono pronti a delineare.

ANIR, tra i promotori della consulta, è intervenuto durante l’evento pubblico con il Presidente, Massimo Piacenti, e il Vicepresidente, con delega all’area mercato, Emilio Roussier Fusco.

Massimo Piacenti, Presidente di ANIR, ha sottolineato l’importanza di un dialogo istituzionale strutturato: «La disponibilità emersa oggi da parte di Governo e Parlamento segna un passo decisivo. I servizi pubblici rappresentano una vera e propria infrastruttura sociale: vanno tutelati con regole certe e stabili. La nascita dell’intergruppo parlamentare e l’apertura del Ministero rappresentano segnali concreti che il mondo dei servizi è finalmente ascoltato».

Emilio Roussier Fusco, Vicepresidente di ANIR, ha invece evidenziato gli aspetti tecnici della proposta: «La nostra richiesta non è una rivendicazione, ma un intervento di buon senso. Rendere operativa e obbligatoria la revisione ordinaria significa garantire continuità, legalità e coerenza con quanto già previsto nel Codice dei Contratti. Il riconoscimento da parte della dottoressa Griglio, dell’Ufficio legislativo del MIT, rafforza la fondatezza della nostra posizione».

«La sostenibilità non si garantisce solo con i numeri, ma con regole giuste e stabili», ha affermato la Consulta. «Senza un riequilibrio del sistema, il rischio è la perdita di servizi fondamentali per milioni di cittadini».

La Consulta dei Servizi proseguirà il suo percorso, a partire dalla richiesta di approvazione degli emendamenti presentati in sede di conversione del DL infrastrutture che modificano il Codice degli Appalti in tema di revisione prezzi.  «Avanzeremo le nostre istanze – conclude la Consulta – sino a che non sarà possibile alle nostre aziende di operare in un mercato normale, senza che la Pubblica Amministrazione sia tra le principali cause dell’insostenibilità economica dei servizi che eroghiamo, con conseguente danno per l’occupazione e per la qualità dei servizi resi».

«Grazie al rapporto ANAC finalmente il comparto delle mense scolastiche potrà avere prezzi di riferimento congrui»

Il report pubblicato da ANAC sul servizio di ristorazione scolastica rappresenta un passaggio importante per l’intero comparto. ANIR, che ha preso parte al percorso di analisi attraverso momenti istituzionali e occasioni tecniche di confronto, riconosce in questo lavoro un contributo prezioso alla comprensione di un sistema complesso, strategico e ancora troppo poco conosciuto.

La ristorazione scolastica, come più volte sottolineato da ANIR, non può essere valutata solo sulla base di logiche economiche o semplificazioni procedurali. È uno dei luoghi in cui si esprime con maggiore evidenza il concetto di cibo pubblico: un modello di servizio che tiene insieme diritto alla nutrizione, qualità, sostenibilità e responsabilità sociale. Il documento di ANAC offre una base utile per avviare un confronto più ampio e costruttivo, che coinvolga istituzioni, imprese, comunità locali e utenti finali.

Tra i punti più rilevanti, ANIR segnala con particolare interesse l’annuncio, contenuto nel report, della prossima pubblicazione di un prezzo di riferimento per la ristorazione scolastica, sul modello di quanto già realizzato per la ristorazione ospedaliera. Si tratta di un passaggio atteso e necessario, che va nella direzione auspicata dall’associazione: quella di un sistema più trasparente, sostenibile e capace di valorizzare le aziende che operano nel rispetto delle regole e della qualità del servizio.

«La fotografia che emerge dal report – afferma Massimo Piacenti, presidente di ANIR – chiede a tutti uno sforzo in più: alle imprese, che devono continuare a investire in qualità e innovazione; alle amministrazioni, che devono adottare criteri coerenti e premianti; alle autorità pubbliche, che hanno il compito di vigilare e accompagnare questo processo. La ristorazione collettiva, in particolare quella scolastica, è uno dei luoghi in cui prende forma il concetto di cibo pubblico: un bene comune da tutelare, non una voce da comprimere».

Per Paolo Valente, segretario generale di ANIR, «è il momento di superare approcci ideologici e semplificazioni che non aiutano nessuno. Il comparto ha bisogno di regole chiare, di una visione industriale matura, e di strumenti che sappiano valorizzare le aziende che operano nel rispetto delle normative, con standard elevati e attenzione costante alle persone. Il cibo pubblico è il paradigma che può guidare questo cambiamento: un patto tra pubblico e privato, tra istituzioni e comunità, fondato su trasparenza, qualità e sostenibilità».

ANIR rinnova il proprio impegno a contribuire, con spirito costruttivo, al miglioramento del sistema. Lo fa nella consapevolezza che il pasto scolastico non è solo una questione tecnica o contrattuale, ma una responsabilità condivisa che riguarda l’intera società.

Nell’audizione alla Camera per il DL Infrastrutture: «Garantire l’equilibrio dei contratti nei servizi pubblici essenziali»

Si è tenuta presso la VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori pubblici) della Camera dei deputati, l’audizione di ANIR – Associazione Nazionale delle Imprese della Ristorazione – nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 73/2025, detto DL Infrastrutture. Al centro del confronto, le misure urgenti in materia di infrastrutture strategiche e contratti pubblici, con particolare attenzione agli impatti del nuovo Codice degli Appalti, la cui applicazione incide direttamente anche sul comparto dei servizi. ANIR è intervenuta per rappresentare le esigenze di un settore – quello della ristorazione collettiva – che opera con contratti pluriennali ad alta intensità di manodopera e che richiede strumenti certi, come la revisione prezzi obbligatoria, per garantire sostenibilità e continuità nei servizi pubblici essenziali.

A intervenire per ANIR è stato il Presidente Massimo Piacenti, affiancato dal Segretario Generale Paolo Valente. Il focus dell’intervento ha riguardato in particolare la necessità di rendere obbligatoria la revisione ordinaria dei prezzi nei contratti di servizi a lunga durata, come quelli della ristorazione collettiva.

«I contratti dei servizi, come quelli della ristorazione collettiva, sono per loro natura pluriennali e continuativi. Oggi si fa un’offerta, ma l’esecuzione può durare anche dieci anni. È evidente che un pezzo definito oggi non può reggere l’urto dell’aumento dei costi, del lavoro o delle materie prime alimentari. Serve uno strumento certo per il riequilibrio» ha affermato Piacenti.

L’art. 60 del Codice dei Contratti Pubblici – ha evidenziato ANIR – distingue tra revisione straordinaria e ordinaria. Ma il comma 2, che introduce la revisione ordinaria, la configura ancora come una facoltà e non come un obbligo, generando incertezza applicativa e potenziali contenziosi.

«L’attuale formazione rappresenta un passo avanti sotto il profilo storico, ma da un punto di vista giuridico lascia margini di ambiguità. Chiediamo che in sede di conversione del decreto-legge venga inserita l’obbligatorietà della revisione dei prezzi per tutti i servizi e le forniture a lungo termine». Ha aggiunto.

La ristorazione collettiva – ha ricordato ANIR – impiega oltre 100 mila persone, di cui l’80% donne, distribuite in oltre 1000 imprese, e produce ogni anno circa un miliardo di pasti destinati a scuole, strutture sanitarie, forze dell’ordine e grandi comunità. È un settore che, per impatto sociale, economico e sanitario, costituisce un presidio di benessere quotidiano per milioni di cittadini.

«Il nostro è un comparto strategico, che valorizza il Made in Italy, l’alimentazione sana, la formazione delle maestranze, il cibo biologico e a chilometro zero. Non possiamo pensare di reggere questa qualità senza un quadro contrattuale stabile ed equo» ha sottolineato Piacenti.

Durante l’audizione è stato inoltre ricordato il ruolo della Consulta dei Servizi, recentemente costituita da 19 sigle rappresentative di oltre 70 miliardi di fatturato o più di un milione di lavoratori. Il prossimo 19 giugno, la Consulta presenterà un documento unitario con proposte normative e dati del settore, nel corso di un convegno pubblico a Piazza Colonna.

“Con i Servizi cresce l’Italia”: una nuova centralità per i servizi

Il prossimo 19 giugno, alle ore 14.00, Palazzo Wedekind a Roma ospiterà un evento di grande rilevanza promosso dalla Consulta dei Servizi, composta da 19 associazioni delle imprese di settore e da 3 associazioni dei fornitori, e che servirà per fare passi avanti rispetto al Manifesto dei Servizi. Il titolo è “Con i Servizi cresce l’Italia – Il principio dell’equilibrio contrattuale nei servizi”.

Si tratta di un appuntamento pubblico nato dalla volontà di affermare l’importanza di un settore troppo spesso trascurato nel dibattito politico ed economico: quello dei servizi pubblici in appalto. Un comparto strategico che comprende realtà come la ristorazione collettiva, la pulizia professionale, la vigilanza, più in generale il facility management, e che ogni giorno garantisce il funzionamento della nostra vita quotidiana nei luoghi più delicati del vivere comune: scuole, ospedali, uffici pubblici, imprese.

ANIR sarà tra i protagonisti, portando la propria esperienza e la propria visione in un confronto che si annuncia fondamentale per il futuro del comparto. Come sottolineato nel Manifesto dei Servizi, oggi è urgente una riforma che riporti equilibrio contrattuale nel rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. Troppo spesso, infatti, i servizi vengono penalizzati da gare al massimo ribasso, da ritardi nei pagamenti, da mancanza di clausole di revisione prezzi che rendano sostenibili gli appalti nel tempo.

Per ANIR, questa è un’occasione per ribadire la propria battaglia: il riconoscimento della ristorazione collettiva come servizio pubblico essenziale. Una battaglia che parte dalla qualità, dalla sicurezza alimentare, dalla formazione del personale, dalla sostenibilità delle forniture. E che chiede strumenti concreti per garantire alle imprese un contesto normativo chiaro, stabile e rispettoso della specificità del settore.

«È tempo di riconoscere il valore di questo mondo: uscire dal lavoro povero, garantire sostenibilità, restituire dignità» – è il messaggio che ANIR condividerà insieme alle altre associazioni aderenti al Manifesto.

L’evento del 19 giugno sarà anche un momento di mobilitazione collettiva per chiedere che i servizi tornino ad essere centrali nelle scelte del Paese. Non solo nei proclami, ma nelle leggi, nei bandi, nei contratti. Perché dai servizi – e dalla qualità del lavoro che li rende possibili – passa una parte essenziale del futuro economico e sociale dell’Italia.

Industria, servizi, coesione: il futuro si costruisce insieme

L’Assemblea 2025 di Confindustria ha rappresentato un passaggio importante per ridisegnare l’orizzonte industriale del Paese alla presenza delle più alte Istituzioni del Paese. Nella sua relazione introduttiva, il Presidente Emanuele Orsini ha indicato con chiarezza la necessità di un Piano Industriale Straordinario per rilanciare la competitività italiana e restituire all’impresa un ruolo centrale nel processo di crescita economica, sociale e civile.

Quella delineata da Orsini è una visione ampia, che tiene insieme produzione e coesione, semplificazione normativa e innovazione, sostenibilità ambientale e qualità del lavoro. Un appello alla responsabilità, rivolto a istituzioni, imprese e corpi intermedi, per costruire un sistema più giusto, inclusivo e orientato al futuro.

In questo contesto, i servizi pubblici essenziali non sono un elemento accessorio, ma un’infrastruttura invisibile e necessaria per le imprese e per l’Italia. La ristorazione collettiva, ogni giorno, garantisce pasti sicuri e bilanciati a milioni di cittadini. È sia industria che servizio, è presidio di salute, educazione alimentare e benessere. Un comparto che merita di essere pienamente riconosciuto per il suo valore sociale ed economico.

ANIR Confindustria si riconosce in questa traiettoria e ne condivide i presupposti. L’industria è anche quella che non si vede, ma che tiene in piedi la vita delle comunità. La ristorazione collettiva ne è un esempio concreto. Siamo pronti a fare la nostra parte, perché questa visione diventi realtà.

🔗 [Scarica qui la Relazione introduttiva dell’Assemblea di Confindustria 2025 (PDF)]

Codice appalti, senza intervento immediato servizi essenziali a rischio

Le imprese del Manifesto dei Servizi chiedono al Governo equità negli appalti e apprezzano la nascita alla Camera dell’Intergruppo parlamentare per i servizi.

«Non c’è più tempo: i servizi essenziali sono al limite della sostenibilità. Senza una modifica urgente al Codice Appalti, l’Italia rischia il blocco di funzioni vitali per scuole, ospedali, uffici pubblici, strutture sanitarie e assistenziali. La disparità tra lavori pubblici e servizi non è solo ingiusta, è pericolosa. Se non si interviene subito, la macchina dei servizi si fermerà. E con essa, una parte essenziale del Paese».

È questo il grido di allarme lanciato oggi in Conferenza stampa alla Camera dei deputati dalla neonata Consulta dei Servizi, che riunisce 19 associazioni nazionali di imprese e le principali realtà del facility management, promotrici del Manifesto dei Servizi. Un fronte compatto e trasversale, che per la prima volta si presenta con una sola voce per rappresentare un comparto strategico per il Paese.

Con un impatto su circa 1 milione di lavoratrici e lavoratori e circa 45mila imprese che generano un valore economico di oltre 70 miliardi di euro, le realtà del settore assicurano quotidianamente attività come la pulizia e l’igienizzazione di ambienti pubblici e di lavoro, la sanificazione degli ospedali, i servizi di welfare e socio-sanitari, la gestione delle mense scolastiche e ospedaliere, la raccolta e il trattamento dei rifiuti, i servizi di vigilanza privata e la fornitura e sterilizzazione di dispositivi medici e strumentario chirurgico.

«Il recente correttivo al Codice dei Contratti ha introdotto una disciplina fortemente penalizzante per i servizi, soprattutto in tema di revisione prezzi – ribadiscono le associazioni -. Per questo chiediamo al Parlamento un intervento urgente per armonizzare le soglie di accesso alla revisione tra lavori e servizi e per rendere obbligatorio l’inserimento di clausole ordinarie di revisione nei contratti continuativi e periodici. La mancata possibilità di riequilibrare i contratti in corso di esecuzione rischia di compromettere gravemente la continuità e la qualità dei servizi, con ricadute dirette sulla collettività».

Durante la conferenza stampa – promossa dall’On. Erica Mazzetti (Forza Italia), con la partecipazione anche dell’On. Chiara Braga, capogruppo PD alla Camera e dell’On. Massimo Milani (Fratelli d’Italia) – è stata annunciata la nascita dell’Intergruppo parlamentare per gli appalti pubblici nei servizi, aprendo finalmente un canale stabile di confronto tra le Istituzioni e il settore.

«È un primo segnale concreto che il Parlamento e il Governo hanno colto l’urgenza di affrontare in modo strutturale le criticità che penalizzano le imprese dei servizi.» –  annunciano con soddisfazione le associazioni firmatarie del Manifesto dei Servizi – «L’intergruppo parlamentare potrà essere lo strumento per portare finalmente all’attenzione del legislatore le specificità dei servizi e per costruire un Codice davvero inclusivo e funzionale”, proseguono le associazioni. “Vogliamo che diventi un contenitore di confronto permanente, aperto e operativo, per dare voce alle nostre imprese».

Il Manifesto dei Servizi è stato consegnato ai rappresentanti istituzionali come base di lavoro per le prossime tappe. Le associazioni hanno annunciato che il percorso proseguirà il prossimo 19 giugno a Roma, con una nuova iniziativa pubblica per approfondire nel dettaglio gli impatti del Codice Appalti sul settore e presentare proposte operative per un secondo intervento normativo mirato.

IN CALCE AL COMUNICATO STAMPA, RIPORTIAMO LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DI ANIR, MASSIMO PIACENTI:

«Accogliamo positivamente l’iniziativa della creazione dell’intergruppo parlamentare per i servizi: è un passo fondamentale per costruire un Codice degli Appalti realmente aderente alla realtà dei servizi continuativi e pluriennali, come la ristorazione collettiva. Bene anche la distinzione tra lavori e servizi, finalmente esplicitata nel nuovo impianto normativo. Tuttavia, siamo costretti a rilevare che, a oggi, l’unica vera innovazione per il nostro settore – l’introduzione della revisione ordinaria – non ha ancora prodotto effetti reali sulle dinamiche del mercato pubblico».

«È urgente intervenire con una definizione più chiara dell’istituto della revisione ordinaria, – prosegue Piacenti – limitando il margine di discrezionalità delle stazioni appaltanti. Serve una cornice più vincolante e uniforme, capace di garantire equità, continuità ed efficienza del servizio. Perché senza regole certe, non è solo a rischio la sostenibilità delle imprese, ma la qualità stessa dei servizi erogati alla collettività».

Mense scolastiche: il cibo pubblico come diritto, strumento educativo e leva di welfare sociale

ANIR accoglie con grande attenzione l’VIII Indagine sulle mense scolastiche presentata da Cittadinanzattiva, un importante contributo per comprendere le dinamiche economiche e sociali che attraversano il settore della ristorazione scolastica.

Il Presidente di ANIR, Massimo Piacenti, sottolinea come il tema del costo del pasto scolastico evidenziato da Cittadinanza attiva si inserisca perfettamente nel contesto delle criticità che ANIR sta portando avanti da tempo, a partire dalla necessità di una revisione strutturale del Codice degli Appalti. «È evidente – dichiara Piacenti – che senza un intervento deciso sulla revisione dei prezzi nei contratti di ristorazione scolastica, le imprese non saranno più in grado di erogare servizi mantenendo in equilibrio i contratti del servizio con le conseguenze che possiamo facilmente immaginare sulle famiglie.  La ristorazione collettiva è un asset strategico per il Paese e deve essere riconosciuta come servizio pubblico essenziale, con strumenti normativi adeguati e politiche di sostegno mirate».

In linea con le richieste di Cittadinanzattiva di garantire l’accesso al pasto scolastico per tutte le famiglie in condizioni di difficoltà economica, ANIR insiste sulla necessità di trasformare il concetto di cibo pubblico in una leva di welfare sociale: «Il cibo pubblico – aggiunge Paolo Valente, Segretario Generale di ANIR – non è solo un servizio, ma un diritto. È indispensabile che le istituzioni investano in modo strutturale nel settore, garantendo risorse stabili per contrastare la povertà alimentare e promuovendo un approccio sistemico che includa anche le aree svantaggiate del Sud e delle Isole. La disparità evidenziata dall’Indagine di Cittadinanzattiva, con un accesso limitato alle mense scolastiche proprio nelle aree più fragili del Paese, sottolinea l’urgenza di una pianificazione strutturale che metta la ristorazione collettiva al centro delle politiche educative e sociali».

Sul fronte della sostenibilità economica e ambientale, ANIR sostiene le proposte di Cittadinanzattiva di incrementare la trasparenza nella filiera di approvvigionamento e di uniformare le tariffe su base territoriale. «L’armonizzazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) – prosegue Piacenti – è una priorità per il settore, ma deve essere accompagnata da una revisione dei prezzi che consenta alle imprese di operare con margini sostenibili, senza sacrificare la qualità del servizio».

ANIR ribadisce la propria disponibilità a collaborare con Cittadinanzattiva su temi comuni come la lotta alla povertà alimentare, l’educazione al cibo pubblico e la promozione di un sistema di ristorazione scolastica inclusivo e sostenibile, sottolineando anche il ruolo formativo del pasto scolastico come strumento di educazione a una corretta alimentazione. L’obiettivo è trasformare le mense scolastiche in modello di welfare alimentare avanzato, capace di unire qualità, equità e sostenibilità.

Codice Appalti e revisione prezzi: una proposta condivisa per il settore dei servizi

ANIR partecipa con convinzione agli incontri in corso tra le rappresentanze del mondo dei servizi, finalizzati a costruire una iniziativa congiunta sulle criticità normative ancora presenti nel Codice degli Appalti, in particolare in merito alla revisione dei prezzi per i contratti di servizi e forniture.

L’iniziativa ha portato alla nascita di un tavolo di confronto interassociativo che ha già definito una prima road map condivisa. Il percorso punta a un approfondimento tecnico, con l’obiettivo di formulare una proposta unitaria da presentare al Parlamento e al Governo, capace di migliorare nel tempo l’attuale quadro normativo, superando rigidità e incertezze che ancora penalizzano settori ad alta intensità di lavoro come quello della ristorazione collettiva.

Tra i punti qualificanti oggetto di convergenza, vi sono:

  • l’applicazione ai servizi delle percentuali previste per i lavori pubblici nell’art. 60 del Codice;

  • l’utilizzo della revisione ordinaria come strumento “obbligatorio” di equilibrio contrattuale;

  • la proposta di un fondo per la qualificazione degli appalti;

  • l’interlocuzione con i ministeri competenti;

  • la promozione di un percorso parlamentare condiviso.

ANIR, in coerenza con la propria visione e con il lavoro portato avanti negli ultimi anni, continua a promuovere un quadro normativo che valorizzi la qualità dei servizi, la sostenibilità economica e il rispetto del lavoro, elementi centrali per la tutela e lo sviluppo del cibo pubblico.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

© ANIR Associazione Nazionale Imprese della Ristorazione - CF 96455610582.
Privacy Policy | Cookie Policy

CONTATTI

Viale Pasteur, 6 - 00144 Roma Telefono +39 06 45473001