Autore: Graziano Lanzidei

«Grazie al rapporto ANAC finalmente il comparto delle mense scolastiche potrà avere prezzi di riferimento congrui»

Il report pubblicato da ANAC sul servizio di ristorazione scolastica rappresenta un passaggio importante per l’intero comparto. ANIR, che ha preso parte al percorso di analisi attraverso momenti istituzionali e occasioni tecniche di confronto, riconosce in questo lavoro un contributo prezioso alla comprensione di un sistema complesso, strategico e ancora troppo poco conosciuto.

La ristorazione scolastica, come più volte sottolineato da ANIR, non può essere valutata solo sulla base di logiche economiche o semplificazioni procedurali. È uno dei luoghi in cui si esprime con maggiore evidenza il concetto di cibo pubblico: un modello di servizio che tiene insieme diritto alla nutrizione, qualità, sostenibilità e responsabilità sociale. Il documento di ANAC offre una base utile per avviare un confronto più ampio e costruttivo, che coinvolga istituzioni, imprese, comunità locali e utenti finali.

Tra i punti più rilevanti, ANIR segnala con particolare interesse l’annuncio, contenuto nel report, della prossima pubblicazione di un prezzo di riferimento per la ristorazione scolastica, sul modello di quanto già realizzato per la ristorazione ospedaliera. Si tratta di un passaggio atteso e necessario, che va nella direzione auspicata dall’associazione: quella di un sistema più trasparente, sostenibile e capace di valorizzare le aziende che operano nel rispetto delle regole e della qualità del servizio.

«La fotografia che emerge dal report – afferma Massimo Piacenti, presidente di ANIR – chiede a tutti uno sforzo in più: alle imprese, che devono continuare a investire in qualità e innovazione; alle amministrazioni, che devono adottare criteri coerenti e premianti; alle autorità pubbliche, che hanno il compito di vigilare e accompagnare questo processo. La ristorazione collettiva, in particolare quella scolastica, è uno dei luoghi in cui prende forma il concetto di cibo pubblico: un bene comune da tutelare, non una voce da comprimere».

Per Paolo Valente, segretario generale di ANIR, «è il momento di superare approcci ideologici e semplificazioni che non aiutano nessuno. Il comparto ha bisogno di regole chiare, di una visione industriale matura, e di strumenti che sappiano valorizzare le aziende che operano nel rispetto delle normative, con standard elevati e attenzione costante alle persone. Il cibo pubblico è il paradigma che può guidare questo cambiamento: un patto tra pubblico e privato, tra istituzioni e comunità, fondato su trasparenza, qualità e sostenibilità».

ANIR rinnova il proprio impegno a contribuire, con spirito costruttivo, al miglioramento del sistema. Lo fa nella consapevolezza che il pasto scolastico non è solo una questione tecnica o contrattuale, ma una responsabilità condivisa che riguarda l’intera società.

Nell’audizione alla Camera per il DL Infrastrutture: «Garantire l’equilibrio dei contratti nei servizi pubblici essenziali»

Si è tenuta presso la VIII Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori pubblici) della Camera dei deputati, l’audizione di ANIR – Associazione Nazionale delle Imprese della Ristorazione – nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 73/2025, detto DL Infrastrutture. Al centro del confronto, le misure urgenti in materia di infrastrutture strategiche e contratti pubblici, con particolare attenzione agli impatti del nuovo Codice degli Appalti, la cui applicazione incide direttamente anche sul comparto dei servizi. ANIR è intervenuta per rappresentare le esigenze di un settore – quello della ristorazione collettiva – che opera con contratti pluriennali ad alta intensità di manodopera e che richiede strumenti certi, come la revisione prezzi obbligatoria, per garantire sostenibilità e continuità nei servizi pubblici essenziali.

A intervenire per ANIR è stato il Presidente Massimo Piacenti, affiancato dal Segretario Generale Paolo Valente. Il focus dell’intervento ha riguardato in particolare la necessità di rendere obbligatoria la revisione ordinaria dei prezzi nei contratti di servizi a lunga durata, come quelli della ristorazione collettiva.

«I contratti dei servizi, come quelli della ristorazione collettiva, sono per loro natura pluriennali e continuativi. Oggi si fa un’offerta, ma l’esecuzione può durare anche dieci anni. È evidente che un pezzo definito oggi non può reggere l’urto dell’aumento dei costi, del lavoro o delle materie prime alimentari. Serve uno strumento certo per il riequilibrio» ha affermato Piacenti.

L’art. 60 del Codice dei Contratti Pubblici – ha evidenziato ANIR – distingue tra revisione straordinaria e ordinaria. Ma il comma 2, che introduce la revisione ordinaria, la configura ancora come una facoltà e non come un obbligo, generando incertezza applicativa e potenziali contenziosi.

«L’attuale formazione rappresenta un passo avanti sotto il profilo storico, ma da un punto di vista giuridico lascia margini di ambiguità. Chiediamo che in sede di conversione del decreto-legge venga inserita l’obbligatorietà della revisione dei prezzi per tutti i servizi e le forniture a lungo termine». Ha aggiunto.

La ristorazione collettiva – ha ricordato ANIR – impiega oltre 100 mila persone, di cui l’80% donne, distribuite in oltre 1000 imprese, e produce ogni anno circa un miliardo di pasti destinati a scuole, strutture sanitarie, forze dell’ordine e grandi comunità. È un settore che, per impatto sociale, economico e sanitario, costituisce un presidio di benessere quotidiano per milioni di cittadini.

«Il nostro è un comparto strategico, che valorizza il Made in Italy, l’alimentazione sana, la formazione delle maestranze, il cibo biologico e a chilometro zero. Non possiamo pensare di reggere questa qualità senza un quadro contrattuale stabile ed equo» ha sottolineato Piacenti.

Durante l’audizione è stato inoltre ricordato il ruolo della Consulta dei Servizi, recentemente costituita da 19 sigle rappresentative di oltre 70 miliardi di fatturato o più di un milione di lavoratori. Il prossimo 19 giugno, la Consulta presenterà un documento unitario con proposte normative e dati del settore, nel corso di un convegno pubblico a Piazza Colonna.

“Con i Servizi cresce l’Italia”: una nuova centralità per i servizi

Il prossimo 19 giugno, alle ore 14.00, Palazzo Wedekind a Roma ospiterà un evento di grande rilevanza promosso dalla Consulta dei Servizi, composta da 19 associazioni delle imprese di settore e da 3 associazioni dei fornitori, e che servirà per fare passi avanti rispetto al Manifesto dei Servizi. Il titolo è “Con i Servizi cresce l’Italia – Il principio dell’equilibrio contrattuale nei servizi”.

Si tratta di un appuntamento pubblico nato dalla volontà di affermare l’importanza di un settore troppo spesso trascurato nel dibattito politico ed economico: quello dei servizi pubblici in appalto. Un comparto strategico che comprende realtà come la ristorazione collettiva, la pulizia professionale, la vigilanza, più in generale il facility management, e che ogni giorno garantisce il funzionamento della nostra vita quotidiana nei luoghi più delicati del vivere comune: scuole, ospedali, uffici pubblici, imprese.

ANIR sarà tra i protagonisti, portando la propria esperienza e la propria visione in un confronto che si annuncia fondamentale per il futuro del comparto. Come sottolineato nel Manifesto dei Servizi, oggi è urgente una riforma che riporti equilibrio contrattuale nel rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. Troppo spesso, infatti, i servizi vengono penalizzati da gare al massimo ribasso, da ritardi nei pagamenti, da mancanza di clausole di revisione prezzi che rendano sostenibili gli appalti nel tempo.

Per ANIR, questa è un’occasione per ribadire la propria battaglia: il riconoscimento della ristorazione collettiva come servizio pubblico essenziale. Una battaglia che parte dalla qualità, dalla sicurezza alimentare, dalla formazione del personale, dalla sostenibilità delle forniture. E che chiede strumenti concreti per garantire alle imprese un contesto normativo chiaro, stabile e rispettoso della specificità del settore.

«È tempo di riconoscere il valore di questo mondo: uscire dal lavoro povero, garantire sostenibilità, restituire dignità» – è il messaggio che ANIR condividerà insieme alle altre associazioni aderenti al Manifesto.

L’evento del 19 giugno sarà anche un momento di mobilitazione collettiva per chiedere che i servizi tornino ad essere centrali nelle scelte del Paese. Non solo nei proclami, ma nelle leggi, nei bandi, nei contratti. Perché dai servizi – e dalla qualità del lavoro che li rende possibili – passa una parte essenziale del futuro economico e sociale dell’Italia.

Industria, servizi, coesione: il futuro si costruisce insieme

L’Assemblea 2025 di Confindustria ha rappresentato un passaggio importante per ridisegnare l’orizzonte industriale del Paese alla presenza delle più alte Istituzioni del Paese. Nella sua relazione introduttiva, il Presidente Emanuele Orsini ha indicato con chiarezza la necessità di un Piano Industriale Straordinario per rilanciare la competitività italiana e restituire all’impresa un ruolo centrale nel processo di crescita economica, sociale e civile.

Quella delineata da Orsini è una visione ampia, che tiene insieme produzione e coesione, semplificazione normativa e innovazione, sostenibilità ambientale e qualità del lavoro. Un appello alla responsabilità, rivolto a istituzioni, imprese e corpi intermedi, per costruire un sistema più giusto, inclusivo e orientato al futuro.

In questo contesto, i servizi pubblici essenziali non sono un elemento accessorio, ma un’infrastruttura invisibile e necessaria per le imprese e per l’Italia. La ristorazione collettiva, ogni giorno, garantisce pasti sicuri e bilanciati a milioni di cittadini. È sia industria che servizio, è presidio di salute, educazione alimentare e benessere. Un comparto che merita di essere pienamente riconosciuto per il suo valore sociale ed economico.

ANIR Confindustria si riconosce in questa traiettoria e ne condivide i presupposti. L’industria è anche quella che non si vede, ma che tiene in piedi la vita delle comunità. La ristorazione collettiva ne è un esempio concreto. Siamo pronti a fare la nostra parte, perché questa visione diventi realtà.

🔗 [Scarica qui la Relazione introduttiva dell’Assemblea di Confindustria 2025 (PDF)]

Codice appalti, senza intervento immediato servizi essenziali a rischio

Le imprese del Manifesto dei Servizi chiedono al Governo equità negli appalti e apprezzano la nascita alla Camera dell’Intergruppo parlamentare per i servizi.

«Non c’è più tempo: i servizi essenziali sono al limite della sostenibilità. Senza una modifica urgente al Codice Appalti, l’Italia rischia il blocco di funzioni vitali per scuole, ospedali, uffici pubblici, strutture sanitarie e assistenziali. La disparità tra lavori pubblici e servizi non è solo ingiusta, è pericolosa. Se non si interviene subito, la macchina dei servizi si fermerà. E con essa, una parte essenziale del Paese».

È questo il grido di allarme lanciato oggi in Conferenza stampa alla Camera dei deputati dalla neonata Consulta dei Servizi, che riunisce 19 associazioni nazionali di imprese e le principali realtà del facility management, promotrici del Manifesto dei Servizi. Un fronte compatto e trasversale, che per la prima volta si presenta con una sola voce per rappresentare un comparto strategico per il Paese.

Con un impatto su circa 1 milione di lavoratrici e lavoratori e circa 45mila imprese che generano un valore economico di oltre 70 miliardi di euro, le realtà del settore assicurano quotidianamente attività come la pulizia e l’igienizzazione di ambienti pubblici e di lavoro, la sanificazione degli ospedali, i servizi di welfare e socio-sanitari, la gestione delle mense scolastiche e ospedaliere, la raccolta e il trattamento dei rifiuti, i servizi di vigilanza privata e la fornitura e sterilizzazione di dispositivi medici e strumentario chirurgico.

«Il recente correttivo al Codice dei Contratti ha introdotto una disciplina fortemente penalizzante per i servizi, soprattutto in tema di revisione prezzi – ribadiscono le associazioni -. Per questo chiediamo al Parlamento un intervento urgente per armonizzare le soglie di accesso alla revisione tra lavori e servizi e per rendere obbligatorio l’inserimento di clausole ordinarie di revisione nei contratti continuativi e periodici. La mancata possibilità di riequilibrare i contratti in corso di esecuzione rischia di compromettere gravemente la continuità e la qualità dei servizi, con ricadute dirette sulla collettività».

Durante la conferenza stampa – promossa dall’On. Erica Mazzetti (Forza Italia), con la partecipazione anche dell’On. Chiara Braga, capogruppo PD alla Camera e dell’On. Massimo Milani (Fratelli d’Italia) – è stata annunciata la nascita dell’Intergruppo parlamentare per gli appalti pubblici nei servizi, aprendo finalmente un canale stabile di confronto tra le Istituzioni e il settore.

«È un primo segnale concreto che il Parlamento e il Governo hanno colto l’urgenza di affrontare in modo strutturale le criticità che penalizzano le imprese dei servizi.» –  annunciano con soddisfazione le associazioni firmatarie del Manifesto dei Servizi – «L’intergruppo parlamentare potrà essere lo strumento per portare finalmente all’attenzione del legislatore le specificità dei servizi e per costruire un Codice davvero inclusivo e funzionale”, proseguono le associazioni. “Vogliamo che diventi un contenitore di confronto permanente, aperto e operativo, per dare voce alle nostre imprese».

Il Manifesto dei Servizi è stato consegnato ai rappresentanti istituzionali come base di lavoro per le prossime tappe. Le associazioni hanno annunciato che il percorso proseguirà il prossimo 19 giugno a Roma, con una nuova iniziativa pubblica per approfondire nel dettaglio gli impatti del Codice Appalti sul settore e presentare proposte operative per un secondo intervento normativo mirato.

IN CALCE AL COMUNICATO STAMPA, RIPORTIAMO LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DI ANIR, MASSIMO PIACENTI:

«Accogliamo positivamente l’iniziativa della creazione dell’intergruppo parlamentare per i servizi: è un passo fondamentale per costruire un Codice degli Appalti realmente aderente alla realtà dei servizi continuativi e pluriennali, come la ristorazione collettiva. Bene anche la distinzione tra lavori e servizi, finalmente esplicitata nel nuovo impianto normativo. Tuttavia, siamo costretti a rilevare che, a oggi, l’unica vera innovazione per il nostro settore – l’introduzione della revisione ordinaria – non ha ancora prodotto effetti reali sulle dinamiche del mercato pubblico».

«È urgente intervenire con una definizione più chiara dell’istituto della revisione ordinaria, – prosegue Piacenti – limitando il margine di discrezionalità delle stazioni appaltanti. Serve una cornice più vincolante e uniforme, capace di garantire equità, continuità ed efficienza del servizio. Perché senza regole certe, non è solo a rischio la sostenibilità delle imprese, ma la qualità stessa dei servizi erogati alla collettività».

Mense scolastiche: il cibo pubblico come diritto, strumento educativo e leva di welfare sociale

ANIR accoglie con grande attenzione l’VIII Indagine sulle mense scolastiche presentata da Cittadinanzattiva, un importante contributo per comprendere le dinamiche economiche e sociali che attraversano il settore della ristorazione scolastica.

Il Presidente di ANIR, Massimo Piacenti, sottolinea come il tema del costo del pasto scolastico evidenziato da Cittadinanza attiva si inserisca perfettamente nel contesto delle criticità che ANIR sta portando avanti da tempo, a partire dalla necessità di una revisione strutturale del Codice degli Appalti. «È evidente – dichiara Piacenti – che senza un intervento deciso sulla revisione dei prezzi nei contratti di ristorazione scolastica, le imprese non saranno più in grado di erogare servizi mantenendo in equilibrio i contratti del servizio con le conseguenze che possiamo facilmente immaginare sulle famiglie.  La ristorazione collettiva è un asset strategico per il Paese e deve essere riconosciuta come servizio pubblico essenziale, con strumenti normativi adeguati e politiche di sostegno mirate».

In linea con le richieste di Cittadinanzattiva di garantire l’accesso al pasto scolastico per tutte le famiglie in condizioni di difficoltà economica, ANIR insiste sulla necessità di trasformare il concetto di cibo pubblico in una leva di welfare sociale: «Il cibo pubblico – aggiunge Paolo Valente, Segretario Generale di ANIR – non è solo un servizio, ma un diritto. È indispensabile che le istituzioni investano in modo strutturale nel settore, garantendo risorse stabili per contrastare la povertà alimentare e promuovendo un approccio sistemico che includa anche le aree svantaggiate del Sud e delle Isole. La disparità evidenziata dall’Indagine di Cittadinanzattiva, con un accesso limitato alle mense scolastiche proprio nelle aree più fragili del Paese, sottolinea l’urgenza di una pianificazione strutturale che metta la ristorazione collettiva al centro delle politiche educative e sociali».

Sul fronte della sostenibilità economica e ambientale, ANIR sostiene le proposte di Cittadinanzattiva di incrementare la trasparenza nella filiera di approvvigionamento e di uniformare le tariffe su base territoriale. «L’armonizzazione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) – prosegue Piacenti – è una priorità per il settore, ma deve essere accompagnata da una revisione dei prezzi che consenta alle imprese di operare con margini sostenibili, senza sacrificare la qualità del servizio».

ANIR ribadisce la propria disponibilità a collaborare con Cittadinanzattiva su temi comuni come la lotta alla povertà alimentare, l’educazione al cibo pubblico e la promozione di un sistema di ristorazione scolastica inclusivo e sostenibile, sottolineando anche il ruolo formativo del pasto scolastico come strumento di educazione a una corretta alimentazione. L’obiettivo è trasformare le mense scolastiche in modello di welfare alimentare avanzato, capace di unire qualità, equità e sostenibilità.

Codice Appalti e revisione prezzi: una proposta condivisa per il settore dei servizi

ANIR partecipa con convinzione agli incontri in corso tra le rappresentanze del mondo dei servizi, finalizzati a costruire una iniziativa congiunta sulle criticità normative ancora presenti nel Codice degli Appalti, in particolare in merito alla revisione dei prezzi per i contratti di servizi e forniture.

L’iniziativa ha portato alla nascita di un tavolo di confronto interassociativo che ha già definito una prima road map condivisa. Il percorso punta a un approfondimento tecnico, con l’obiettivo di formulare una proposta unitaria da presentare al Parlamento e al Governo, capace di migliorare nel tempo l’attuale quadro normativo, superando rigidità e incertezze che ancora penalizzano settori ad alta intensità di lavoro come quello della ristorazione collettiva.

Tra i punti qualificanti oggetto di convergenza, vi sono:

  • l’applicazione ai servizi delle percentuali previste per i lavori pubblici nell’art. 60 del Codice;

  • l’utilizzo della revisione ordinaria come strumento “obbligatorio” di equilibrio contrattuale;

  • la proposta di un fondo per la qualificazione degli appalti;

  • l’interlocuzione con i ministeri competenti;

  • la promozione di un percorso parlamentare condiviso.

ANIR, in coerenza con la propria visione e con il lavoro portato avanti negli ultimi anni, continua a promuovere un quadro normativo che valorizzi la qualità dei servizi, la sostenibilità economica e il rispetto del lavoro, elementi centrali per la tutela e lo sviluppo del cibo pubblico.

Codice Appalti e Stazioni appaltanti: ANIR intensifica il coordinamento delle attività con le amministrazioni Regionali

Si è svolta la riunione della Commissione Area Mercato di ANIR, coordinata dal vicepresidente con delega Emilio Roussier Fusco, con la partecipazione di numerosi rappresentanti delle imprese associate. Al centro dell’incontro: il coordinamento sulle attività relative agli effetti del nuovo correttivo al Codice degli Appalti, attraverso l’interlocuzione con le Regioni e alle iniziative in corso da parte delle rappresentanze dei servizi.

Si è fatto il punto sui principali temi in agenda: 

  • attenzione all’attività svolta dalle seguenti amministrazioni regionali: Regione Lazio, Piemonte e Marche.
  • approfondimento sulla modalità di applicazione della revisione prezzi, di tipo ordinario e straordinario come sancito dal nuovo correttivo del codice appalti;

valutazione della partecipazione a iniziative pubbliche sul tema del codice appalti per i servizi e le forniture, con l’obiettivo di consolidare l’azione associativa sul fronte delle politiche pubbliche e della rappresentanza nei tavoli nazionali e regionali.

Relazioni industriali: ANIR rilancia il confronto sul contratto collettivo

Si è riunita la Commissione Relazioni Industriali di ANIR, coordinata dal vicepresidente con delega Graziano Sanna. Al centro della discussione, il tema delle relazioni industriali e della corretta collocazione dell’associazione nel perimetro della contrattazione collettiva nazionale, a partire dalla specificità del settore della ristorazione collettiva. Nel corso dei lavori è stato inoltre affrontato l’impatto determinato dal correttivo al Codice dei contratti pubblici.

Particolare attenzione è stata riservata alla questione dell’equivalenza contrattuale, ritenuta strategica per garantire alle imprese maggiore certezza operativa nelle gare pubbliche. Una sua formalizzazione contribuirebbe infatti a semplificare i procedimenti e a valorizzare la qualità contrattuale applicata.

La Commissione ha ribadito l’urgenza di dotare il settore di uno strumento contrattuale aggiornato, capace di rispondere alle trasformazioni in atto e, al tempo stesso, solido nel tutelare il lavoro, la qualità e la sostenibilità del servizio.

ANIR continuerà ad aggiornare le imprese associate sugli sviluppi del confronto, sulle scadenze e sui contenuti emersi, assicurando un dialogo costante con le rappresentanze sindacali e istituzionali.

Criticità nella ristorazione collettiva: una valutazione del primo trimestre.

Tutti i dati che emergono in questo inizio 2025 confermano, con forza, ciò che ANIR sostiene da anni: la ristorazione collettiva non è solo un servizio, ma una vera e propria infrastruttura sociale al servizio del Paese. Essenziale, capillare, spesso invisibile, ma decisiva nel garantire salute, equità, sostenibilità.

I numeri raccontano meglio di qualsiasi parola il valore – e le fragilità – di questo settore.


Un servizio che riguarda milioni di persone

Nel 2023 sono stati serviti oltre 860 milioni di pasti collettivi, pari al 17% del totale dei consumi fuori casa. Un sistema che occupa più di 102.000 addetti, per l’81% donne, e con il 90% dei contratti a tempo indeterminato (dati Oricon-Nomisma). Una ristorazione fondata sul lavoro stabile, connessa a bisogni essenziali: l’alimentazione di studenti, pazienti, lavoratori, persone fragili.

Una fotografia ampia e dettagliata che conferma le tendenze già intercettate nel 2023 dalla ricerca promossa da ANIR insieme a SWG, che aveva messo in evidenza come:

  • Più di 9 milioni di italiani, tra studenti e lavoratori, utilizzino almeno occasionalmente servizi di ristorazione collettiva.
  • Il 75% della popolazione ha usufruito almeno una volta di questi servizi nel corso della propria vita.
  • Il 67% degli studenti universitari e il 47% dei giovani tra i 18 e i 34 anni siano passati attraverso la mensa scolastica.
  • Solo un lavoratore su sei ha accesso a una mensa interna, ma oltre il 60% degli utenti ne riconosce i vantaggi in termini di qualità, salute e benessere.


Numeri che confermano esattamente ciò che è stato poi rilevato in modo strutturato due anni dopo: la ristorazione collettiva è diffusa, necessaria e attesa da un’ampia parte della popolazione, ma resta sottovalutata nei fatti.


Sottovalutato, ma cruciale

A fronte di una domanda così estesa, il risultato operativo del comparto è calato del 69% rispetto al 2018. Questo è attribuibile all’aumento dei costi delle materie prime alimentari (+19%), dell’energia (+37% per il carbone, +36% per il gas naturale, +28% per il petrolio) e alle rigidità del quadro normativo.


Nel frattempo, il costo delle materie prime è cresciuto del 19%, quello dell’energia ha subito incrementi del 28-37%. A fronte di questo scenario, serve una svolta normativa, economica e culturale.


Qualità come criterio strategico, non opzionale

Come ANIR abbiamo promosso un nuovo approccio: il cibo pubblico. Un’idea che nasce da un dato semplice: il pasto fornito in una scuola, in un ospedale, in un’azienda o in una RSA non è un bene qualsiasi, ma una responsabilità collettiva. Richiede visione, governance, qualità.


Per questo abbiamo sviluppato un modello di rating ESG per la ristorazione collettiva, che integra sostenibilità ambientale, rispetto del lavoro e qualità dell’offerta. È una risposta concreta alla crisi del settore, ma anche un percorso per le imprese che vogliono innovare e assumere un ruolo attivo nel sistema-Paese.


Nel 2023, proprio la nostra ricerca con SWG indicava che:

  • Il 92% dei genitori ritiene che il momento del pasto a scuola sia fondamentale dal punto di vista educativo.
  • L’84% chiede prodotti della dieta mediterranea, l’86% prodotti a km zero, l’82% menù biologici o sostenibili.

Segnali forti, che oggi trovano conferma nei dati e nelle nostre proposte di policy.

Cibo pubblico: visione e responsabilità condivisa

Dobbiamo dirlo con chiarezza: non esiste un sistema sanitario, educativo o produttivo forte senza un servizio di ristorazione collettiva all’altezza. Il cibo pubblico è un diritto. E garantire quel diritto significa uscire dalla logica del prezzo più basso e investire sulla qualità, sulla formazione, sulla responsabilità d’impresa 

I dati lo dicono. ANIR è pronta a fare la sua parte. Insieme a chi, ogni giorno, serve pasti per il Paese e anche con chi le regole le scrive, con cui l’associazione mantiene un dialogo proficuo e collaborativo.

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