IMMENSE 2025: il cibo pubblico al centro del welfare italiano

L’8 ottobre torna, nello storico Palazzo Wedekind a Roma, IMMENSE 2025, la Giornata nazionale del cibo pubblico e della ristorazione collettiva promossa da ANIR Confindustria. Un appuntamento che, giunto alla sua quarta edizione, mette al centro del confronto istituzioni, imprese e stakeholder per discutere di sostenibilità, qualità, regole e opportunità di un comparto che rappresenta uno dei pilastri del welfare del nostro Paese.

La ristorazione collettiva è un settore che garantisce milioni di pasti ogni giorno in scuole, ospedali, aziende e comunità, con un impatto diretto sull’economia, sulla salute, sull’educazione e sulla coesione sociale. Un sistema complesso, industriale e artigianale allo stesso tempo, che spesso non riceve l’attenzione normativa e politica che merita. IMMENSE nasce per colmare questo vuoto, portando il concetto di cibo pubblico al centro del dibattito nazionale: il pasto giusto come diritto, come leva educativa e come responsabilità collettiva.

L’edizione 2025 si colloca in un anno speciale: ricorre infatti l’80° anniversario della FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, che da Roma guida da decenni la sfida globale contro la fame e per sistemi alimentari più sostenibili. In questa cornice, IMMENSE diventa lo spazio in cui il nostro Paese riflette sul ruolo che la ristorazione collettiva può giocare nella costruzione di un modello alimentare più equo e inclusivo.

Il Focus table del mattino

La giornata si aprirà alle 10.30 con il Focus table riservato, momento di confronto dedicato ad aziende, decision maker e stakeholder.

Al centro dei lavori sarà il Tavolo tecnico della Ristorazione Collettiva, istituito da ANIR Confindustria come luogo permanente di elaborazione e sintesi delle principali istanze del settore. Sarà un’occasione per discutere in maniera approfondita i temi chiave della filiera, dalle regole del mercato alla sostenibilità economica, dalla qualità del servizio alle prospettive di innovazione, con l’obiettivo di elaborare proposte concrete da portare sui tavoli istituzionali.

Il tavolo permetterà inoltre di inserire la ristorazione collettiva all’interno della cornice più ampia del mondo dei servizi, di cui è parte integrante. Un ambito che unisce facility management, logistica, pulizie e altri settori essenziali per il funzionamento delle comunità, e che rappresenta un pilastro dell’economia nazionale e delle politiche di welfare.

I talk del pomeriggio

Alle 15.30 inizierà il programma pubblico con l’accoglienza e i saluti istituzionali.

Alle 16 avrà luogo il primo talk, “Cibo pubblico: per un pasto sostenibile, inclusivo e di qualità”. A moderare sarà la giornalista Silvia Perdichizzi, collaboratrice Avvenire e L’Espresso. Sul palco si alterneranno voci del mondo accademico, istituzionale e associativo, tra cui Paolo Valente, segretario generale ANIR Confindustria, Antonella Inverno, responsabile politiche infanzia e adolescenza di Save The Children, il professor Michele Fontefrancesco dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Francesca Rocchi, Vicepresidente di Foodinsider, Adriana Bizzarri, Coordinatrice nazionale scuola Cittadinanzattiva, Nadia Accetti, presidente Donna Donna Onlus, il professor Francesco D’Ausilio dell’università LUISS Guido Carli, Andrea Magarini, Dirigente Comune di Milano e Milan Urban Policy Act.

Alle 17.30 si terrà il secondo talk, “Ristorazione collettiva: mercato, regole e opportunità”. A moderare sarà il giornalista Rai e co-conduttore Agorà, Tommaso Giuntella, che guiderà il confronto tra rappresentanti parlamentari della Commissione Ambiente della Camera, Massimo Milani di FDI e Marco Simiani del PD, l’onorevole Raffaele Nevi, Vicepresidente del gruppo di Forza Italia alla Camera, insieme con il Presidente Massimo Piacenti.

IMMENSE 2025 sarà dunque non solo un’occasione di approfondimento e di dialogo, ma anche il momento per ribadire che il cibo pubblico non è un costo da comprimere, bensì un investimento strategico per il futuro del Paese, in sintonia con i grandi obiettivi globali indicati dalla FAO nel suo ottantesimo anniversario.

Italia, Storie IMMENSE 2025: il cibo pubblico protagonista a Roma

L’8 ottobre a Roma la IV edizione della manifestazione nazionale dedicata alla ristorazione collettiva e al cibo pubblico

L’8 ottobre, nella meravigliosa e centrale cornice del Palazzo Wedekind a Roma, torna IMMENSE – Cibo Pubblico e Ristorazione Collettiva, la manifestazione promossa da ANIR Confindustria che, giunta alla sua IV edizione, è divenuta il punto di riferimento nazionale per il dibattito sulla ristorazione collettiva e sul cibo pubblico, un settore strategico che incide ogni giorno sull’economia, sulla salute, sull’educazione e sulla coesione sociale.

L’edizione 2025, ovvero la quarta edizione di IMMENSE, si inserisce nelle celebrazioni per l’80° anniversario della FAO, che ricorre il 16 ottobre, Giornata Mondiale dell’Alimentazione, rafforzando il collegamento tra la dimensione nazionale del cibo pubblico e la visione globale delle politiche alimentari e di sostenibilità. Le ultime indagini della FAO evidenziano un quadro complesso: oltre un miliardo di persone nel mondo non hanno accesso regolare a un’alimentazione sicura e nutriente, mentre guerre, crisi climatiche e aumento dei prezzi alimentari aggravano squilibri e malnutrizione. In questo contesto, IMMENSE 2025 si propone come spazio di confronto per discutere il ruolo che l’Italia e la ristorazione collettiva possono giocare nel garantire sicurezza alimentare, diritto al pasto e inclusione sociale.

Il Programma

La giornata si aprirà con il Tavolo tecnico della Ristorazione Collettiva, strutturato come un focus table per momenti di confronto approfondito in cui imprese, stakeholder e decision maker potranno condividere idee, competenze e prospettive su temi specifici. Un formato dinamico che incoraggia la partecipazione paritaria e il dialogo aperto, con l’obiettivo di generare soluzioni concrete e una visione condivisa per il futuro del comparto.

Nel pomeriggio si terranno due grandi talk tematici, che vedranno la presenza, accanto al mondo delle imprese, di rappresentanti del Governo e del Parlamento – in particolare della Commissione VIII Ambiente, Infrastrutture e Lavori Pubblici – insieme a realtà associative come Save the Children e Cittadinanzattiva, ad ANCI Scuola e ai delegati alle food policy dei Comuni italiani. Un parterre variegato che porterà esperienze e punti di vista differenti su due temi centrali della manifestazione:

  • Cibo Pubblico: per un pasto sostenibile, inclusivo e di qualità
  • Ristorazione collettiva: mercato, regole e opportunità

Dati e prospettive

Durante IMMENSE 2025 verranno inoltre presentati dati aggiornati sul cibo pubblico in Italia, a conferma della sua centralità nella vita sociale ed economica del Paese. Si tratta di un comparto labour intensive, che ogni giorno garantisce milioni di pasti nelle scuole, negli ospedali, nelle aziende e nelle comunità, e che coinvolge direttamente oltre 9 milioni di cittadini tra studenti e lavoratori. Un settore che oggi affronta sfide decisive: dalla transizione green e digitale alla sostenibilità economica messa a rischio dall’aumento dei prezzi alimentari (+30% dal 2019, fonte Istat), fino alle conseguenze di nuove dinamiche geopolitiche e commerciali che incidono sull’approvvigionamento delle risorse. Un insieme di fattori che rende la ristorazione collettiva un vero e proprio pilastro del welfare alimentare nazionale, ma anche un indicatore sensibile dei cambiamenti globali in corso. 

Accanto a queste prospettive, resta però urgente affrontare alcune questioni strutturali che mettono a rischio la tenuta del comparto. L’aumento dei prezzi alimentari e delle risorse energetiche ha reso ancora più evidente l’assenza, nel Codice degli Appalti, di un meccanismo di revisione automatica dei prezzi, con il risultato di scaricare interamente sugli operatori i costi delle tensioni inflattive e delle crisi geopolitiche. A ciò si aggiunge la mancanza di un contratto collettivo nazionale dedicato, che riconosca la specificità della ristorazione collettiva rispetto a quella commerciale e dia adeguate tutele ai lavoratori di un settore labour intensive, che ogni giorno garantisce un servizio pubblico essenziale.

IMMENSE 2025 #2 – Come sponsorizzare, un’opportunità per imprese e stakeholder

IMMENSE 2025 non è solo un evento: è una piattaforma di dialogo, networking e visione strategica sul futuro del cibo pubblico.

Le aziende hanno l’opportunità di sostenere la manifestazione attraverso un piano di sponsorship dedicato, che garantisce visibilità prima, durante e dopo l’evento.

Tra le novità di quest’anno spicca il Tavolo di lavoro della Ristorazione Collettiva, momento di confronto sui temi più attuali del settore, che rende IMMENSE ancora più centrale come laboratorio di politiche industriali relative ai servizi.

👉 Sostenere IMMENSE significa associarsi ai valori di innovazione, sostenibilità e coesione sociale che ANIR Confindustria porta avanti ogni giorno.

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IMMENSE 2025 #1 – Come partecipare all’appuntamento nazionale sul cibo pubblico

L’8 ottobre a Roma, presso Palazzo Wedekind, si terrà la IV edizione di IMMENSE 2025, la manifestazione nazionale dedicata al cibo pubblico e alla ristorazione collettiva.

Un’occasione unica di confronto tra imprese, istituzioni e stakeholder, per discutere di salute, educazione, sostenibilità e futuro del settore.

Partecipare è semplice: basta prenotare il proprio posto attraverso Eventbrite, assicurandosi di vivere da protagonista un evento che è già punto di riferimento nel dibattito sul welfare alimentare in Italia.

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Istat: boom dei prezzi alimentari. «Contratti pubblici in forte squilibrio, la ristorazione collettiva a rischio»

I dati diffusi dall’Istat peggiorano una condizione già fortemente critica: i prezzi dei generi alimentari in Italia hanno registrato un incremento del 30% – un terzo in più – rispetto al 2019, con una crescita particolarmente marcata tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2023.

Un trend che da semplice aumento si è trasformato in una vera e propria esplosione, con effetti pesanti per i settori legati alla trasformazione dei beni alimentari, come la ristorazione collettiva. Un comparto strategico per scuole, sanità, aziende e comunità, già gravato dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime, oltre al costo derivante dall’applicazione del nuovo CCNL per le maestranze, e che oggi si trova senza un meccanismo efficace di riconoscimento e adeguamento dei prezzi nei contratti pubblici, a causa delle attuali regole del Codice degli Appalti.

«Questi numeri vanno anche oltre la realtà che denunciamo da tempo – dichiara Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria –. L’aumento esponenziale dei prezzi alimentari non ha come contraltare il riconoscimento dei costi nei meccanismi vigenti di revisione dei prezzi per i servizi previsti dal Codice degli Appalti. Una stortura del codice che non permette un adeguamento reale dei contratti rispetto alla crescita dei costi di produzione. Il risultato è che le imprese della ristorazione collettiva si trovano a dover garantire ogni giorno un servizio pubblico essenziale senza gli strumenti economici necessari a renderlo sostenibile, ormai in completo disequilibrio. Non è più rinviabile che tutte le stazioni appaltanti assumano come inderogabile l’obbligo della conservazione dell’equilibrio contrattuale per tutta la durata dei servizi».

ANIR Confindustria richiama l’attenzione delle istituzioni su un settore labour-intensive che occupa decine di migliaia di persone e che svolge una funzione fondamentale per il welfare del Paese. «Occorre ripristinare con urgenza che il meccanismo di revisione e adeguamento dei contratti agli indici dei consumi, sia obbligatorio, automatico e ordinaria, per tutelare le aziende e i servizi da dinamiche inflattive di questa portata, e che venga applicato in maniera coerente ed efficace – aggiunge Piacenti –. In questa direzione è fondamentale il lavoro che sta svolgendo il Tavolo dei Servizi, tra cui quello della ristorazione collettiva, istituito presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla presenza del Viceministro Edoardo Rixi. Ci aspettiamo che a breve si possa porre rimedio alla norma e che vista l’urgenza si segni un passo concreto verso soluzioni condivise e realmente efficaci».

Dal caro energia ai cambiamenti climatici: allarme FAO sul cibo. «La revisione ordinaria dei prezzi garantisce il diritto ad un cibo pubblico e sano»

Il caro energia e i cambiamenti climatici sono tra le cause principali del caro prezzi nei beni alimentari. Oltre un miliardo di persone nel mondo non ha accesso a un pasto sano e adeguato. L’allarme, lanciato dal recente rapporto ‘The State of Food Security and Nutrition in the World’ delle Nazioni Unite e ribadito da Davide Laborde, direttore della Divisione Economia agroalimentare della FAO, ricorda che il cibo non può essere trattato come una merce qualsiasi, ma come un bene pubblico essenziale.

In Italia, a luglio, i prezzi alimentari sono cresciuti del 3,9%, più del doppio dell’inflazione generale. Una dinamica che grava sulle famiglie, soprattutto quelle più fragili, e sulle imprese, mettendo a rischio la sostenibilità della ristorazione collettiva, comparto che ogni giorno garantisce milioni di pasti in scuole, ospedali, aziende e comunità.

«Il tema non riguarda soltanto la sostenibilità economica delle imprese – sottolinea Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria – ma l’intero sistema del cibo pubblico, che è un presidio di salute e benessere collettivo. La ristorazione collettiva ha il compito di assicurare qualità e continuità al pasto quotidiano, ma senza strumenti certi di riequilibrio economico rischia di non reggere l’urto dei rincari. Per questo guardiamo con attenzione all’avvio del Tavolo dei Servizi presso il MIT, alla presenza del Viceministro Edoardo Rixi: è un’occasione importante per arrivare finalmente a una revisione prezzi automatica e ordinaria nei contratti di lunga durata. Ed è una occasione che il Sistema Paese nel suo insieme, non può e non deve sprecare per stabilizzare un comparto fondamentale dell’economia».

Anche le ultime analisi di mercato confermano la criticità. L’Osservatorio Deloitte Foodservice Market Monitor 2024 evidenzia come gli operatori del settore si trovino a fronteggiare costi crescenti per materie prime, manodopera e logistica, con margini sempre più compressi e difficoltà a garantire sostenibilità nel medio periodo.

«Collegare la sostenibilità delle imprese alla qualità del servizio – aggiunge Paolo Valente, Segretario Generale di ANIR Confindustria – significa riconoscere che il cibo pubblico non è un costo da comprimere, ma un investimento strategico per il Paese. Lavoriamo con fiducia affinché il percorso avviato al MIT, che vede coinvolte tutte le realtà dei servizi, si traduca in misure concrete, capaci di coniugare sostenibilità economica, diritto a un pasto giusto e qualità di un servizio pubblico essenziale».

Questi temi saranno al centro di IMMENSE – Italia, Storie Immense: Cibo Pubblico e Ristorazione Collettiva, la principale manifestazione nazionale dedicata alla ristorazione collettiva come servizio pubblico essenziale, promossa da ANIR Confindustria. L’appuntamento è per l’8 ottobre a Palazzo Wedekind, a Roma, nel contesto delle celebrazioni per l’80° anniversario della FAO: un’occasione di confronto tra istituzioni, imprese e società civile per mettere il cibo pubblico al centro delle politiche di benessere e sostenibilità.

Italia, storie imMENSE 2025 – Cibo pubblico e ristorazione collettiva

Promossa da ANIR Confindustria, IMMENSE, giunta alla sua IV edizione, è la principale manifestazione nazionale interamente dedicata alla ristorazione collettiva come servizio pubblico essenziale. L’evento nasce per accendere i riflettori su un settore strategico per la salute, l’educazione e la coesione sociale, promuovendo il concetto di cibo pubblico come leva di benessere collettivo e sostenibilità.

IMMENSE si propone di rafforzare il dialogo tra mondo produttivo e governance, valorizzando l’innovazione, la qualità e il ruolo del pasto quotidiano nei luoghi della vita pubblica: scuole, ospedali, aziende, comunità.

Nel contesto delle celebrazioni per l’80° anniversario della FAO, IMMENSE si inserisce come iniziativa coerente con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, contribuendo alla riflessione globale su alimentazione, equità e sistemi resilienti.

ANIR Confindustria è l’associazione nazionale che rappresenta le imprese italiane della ristorazione collettiva. A cinque anni dalla sua costituzione, ha consolidato il proprio ruolo nel sistema dei servizi industriali aderendo a Confindustria, promuovendo un modello sostenibile e responsabile di servizio pubblico alimentare e affermando il valore del cibo pubblico nella vita quotidiana del Paese.

Consulta dei Servizi: il mancato intervento del Governo mette a rischio qualità dei servizi essenziali

Il ritiro degli emendamenti al Decreto Infrastrutture che puntavano a introdurre la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e regole più uniformi negli appalti di servizi e forniture è una scelta che condanna al fallimento decine di aziende, con il conseguente rischio di perdita di migliaia di posti di lavoro, e minaccia la tenuta di settori cruciali per il funzionamento quotidiano del Paese.

È la denuncia della Consulta dei Servizi – che riunisce 19 associazioni nazionali e 4 filiere – a seguito del ritiro, senza motivazioni, durante l’iter di conversione del decreto-legge n. 73/2025 presso le Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, di emendamenti ritenuti essenziali per garantire equità e continuità negli appalti pubblici.

Il settore dei servizi fatica a sostenere contratti pubblici che non riconoscono l’impatto reale dell’inflazione e dell’aumento dei costi. La soglia del 5% per l’attivazione della revisione prezzi, abbassata correttamente al 3% per i lavori pubblici, è stata dimostrata come inefficace. Inoltre, l’assenza di norme certe sulla revisione prezzi, per contratti pluriennali della durata di almeno 5 anni, in un comparto ad alta intensità di manodopera dove il costo del lavoro pesa in modo decisivo, ha un effetto diretto sulle politiche salariali. Senza una revisione dei contratti in essere con la PA, che tenga conto degli aumenti previsti dai rinnovi dei CCNL, si rischiano ricadute sul fronte occupazionale: o le imprese non saranno in grado di onorare gli appalti vinti e partecipare ai nuovi, o saranno costrette a ridurre drasticamente i costi, con effetti sulla qualità dei servizi e sulla dignità del lavoro.

Parlamento e Governo devono porre la giusta attenzione alle conseguenze che deriveranno dal vigente quadro normativo, che mette a rischio la tenuta economica e sociale di servizi pubblici essenziali – dalla ristorazione scolastica e ospedaliera alla vigilanza, dai servizi ambientali al welfare – dai quali dipende, per lo svolgimento di attività quotidiane di milioni di cittadini, la funzionalità stessa del Paese. Si tratta di un settore che significa oggi 70 miliardi di euro, impiega un milione di persone ed è parte integrante della coesione sociale e del benessere dei cittadini.

Ravvisiamo segnali allarmanti: si continua a chiedere ai servizi essenziali uno sforzo non più sostenibile, anche a costo di comprometterne la tenuta. Le ricadute sarebbero gravissime: riduzione della qualità dei servizi, perdita di posti di lavoro e chiusura di imprese qualificate.

Intendiamo proseguire con determinazione le nostre azioni di confronto attraverso l’interlocuzione istituzionale e pubblica. Ci rivolgiamo a Governo e Parlamento per richiamare l’attenzione sull’evidenza che, ogni giorno che passa senza una norma strutturale per la revisione dei prezzi, si consuma un danno economico e sociale.

L’intera rappresentanza del comparto proseguirà nel portare in tutte le sedi istituzionali i rischi concreti che corre il sistema-sicurezza del Paese.

La Consulta auspica che il confronto con il Governo – a partire dall’intergruppo parlamentare dedicato al settore e l’istituzione di un tavolo interministeriale presso il MIT – consenta di provvedere a correttivi non più rinviabili e costruire un quadro strutturale equo e sostenibile, capace di riconoscere il valore strategico dei servizi pubblici.

DL Infrastrutture – Consulta dei Servizi: «Dal voto sugli emendamenti dipendono imprese e occupazione»

La Consulta dei Servizi, che rappresenta 19 associazioni nazionali e 4 filiere, accoglie con interesse gli emendamenti al Decreto Infrastrutture (A.C. 2416), in particolare quelli che intervengono su due aspetti cruciali per il futuro della ristorazione collettiva e dei servizi pubblici: la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e una maggiore uniformità nelle regole degli appalti di servizi e forniture.

La richiesta è chiara: serve un meccanismo stabile e strutturale per la revisione dei prezzi, a tutela delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini. Le soglie attuali del 5% si sono dimostrate insufficienti, soprattutto nei contratti pluriennali di settori ad alta intensità di manodopera e funzione pubblica, come la ristorazione collettiva.

Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria, dichiara:
«Tutti dicono di preoccuparsi del futuro dei servizi pubblici essenziali, ma il tempo delle parole è finito. Ora è l’occasione per farlo seriamente. Gli emendamenti al DL Infrastrutture sono l’unica risposta concreta che Governo e Parlamento possono dare al nostro settore. Se non arrivano subito regole certe e giuste, la ristorazione collettiva e tutto il comparto dovranno affrontare una crisi strutturale: a rischio la qualità dei servizi, la tenuta occupazionale e la sostenibilità delle imprese».

Emilio Roussier Fusco, Vicepresidente ANIR Confindustria, aggiunge:
«Serve un meccanismo obbligatorio e strutturale di revisione ordinaria dei prezzi nei contratti di servizi. Non si può continuare ad affrontare rincari e instabilità senza strumenti adeguati. È una misura di responsabilità, che tutela le imprese, i lavoratori e la qualità dei servizi erogati ogni giorno a milioni di cittadini».

Nel corso dell’evento “Con i Servizi Cresce l’Italia”, la Consulta ha presentato uno studio economico che evidenzia l’inefficacia della soglia del 5% e la necessità di ridurla al 3%, attivando la revisione automatica dei prezzi senza impatti significativi sulla spesa pubblica: oltre il 71% delle risorse stanziate resterebbe disponibile per le stazioni appaltanti.

La sostenibilità del settore è oggi seriamente compromessa: se gli emendamenti non verranno approvati, migliaia di imprese rischiano di non sopravvivere e centinaia di migliaia di posti di lavoro saranno a rischio. È inaccettabile che, mentre nel settore dei lavori pubblici la soglia per attivare la revisione prezzi sia stata giustamente abbassata al 3%, nei servizi sia ancora ferma al 5%. E che la revisione ordinaria sia solo facoltativa. Le imprese sono costrette ad assorbire da sole gli effetti di inflazione e rincari. È ora di superare questa evidente disparità, che penalizza imprese e lavoratori e danneggia l’intera collettività.

«La sostenibilità dei servizi si garantisce con regole giuste e stabili», sottolinea la Consulta. «La revisione ordinaria obbligatoria è una misura di responsabilità che tutela i servizi essenziali, l’occupazione e la qualità per milioni di cittadini. Chiediamo un intervento rapido sul Codice dei Contratti, come già previsto per i lavori, senza aggravi per la spesa pubblica. Senza un intervento urgente, lo abbiamo ribadito in più circostanze, tutto il nostro settore è a forte rischio. Prima di tutto per la diminuzione della qualità dei servizi che vengono erogati».

Il comparto dei servizi pubblici, che comprende ristorazione collettiva, vigilanza, servizi ambientali e facility management, di welfare e sociosanitari conta oltre 23.000 imprese, un milione di addetti e un fatturato di 70 miliardi di euro, rappresentando una vera infrastruttura invisibile ma indispensabile per il Paese.

La Consulta continuerà il confronto con Parlamento e Governo per costruire un quadro normativo moderno, equo e sostenibile, in grado di valorizzare i servizi pubblici come motore di crescita, occupazione e coesione sociale. La recente nascita di un intergruppo parlamentare dedicato al settore, sostenuto da esponenti di maggioranza e opposizione, testimonia l’urgenza e la trasversalità del tema.

Appalti e servizi, primi risultati per la Consulta: il dialogo con Parlamento, Governo e Istituzioni fa passi in avanti

Regole più eque, continuità nei contratti, sostenibilità per imprese e lavoratori: è questo il messaggio che la Consulta dei Servizi ha portato ieri a Palazzo Wedekind durante l’evento pubblico “Con i Servizi Cresce l’Italia”. Un confronto ad alta intensità tra rappresentanze imprenditoriali e istituzioni, con un tema al centro: l’urgenza di intervenire sul sistema di revisione dei prezzi nei contratti pubblici per i servizi.

La proposta della Consulta – che rappresenta oltre 23.000 imprese, quasi un milione di addetti e un fatturato di oltre 70 miliardi di euro – è chiara: rendere la revisione prezzi più accessibile ed efficace, senza aggravare la spesa pubblica, valorizzando strumenti già previsti dal Codice dei Contratti.

Presentato lo studio economico che mostra come gli attuali indici previsti di fatto sono inefficaci nell’attuazione della revisione dei prezzi per questi contratti pluriennali, e che basterebbe impiegare le somme accantonate nei contratti per rendere continuativa la revisione dei prezzi e garantire l’equilibrio contrattuale. Nel dettaglio, dai dati esposti emerge con chiarezza che la richiesta di abbassare la soglia dal 5% al 3%, non penalizzerebbe le stazioni appaltanti, mantenendo oltre l’84% delle risorse economiche inizialmente stanziate per la gara e per la revisione ordinaria nella misura del 73%.

Forte la risposta delle istituzioni. La deputata Erica Mazzetti ha annunciato la nascita di un intergruppo parlamentare dedicato ai servizi, sostenuta da colleghi di maggioranza e opposizione come i deputati Raffaele Nevi, Andrea Casu, Massimo Milani e la senatrice Vita Maria Nocco. Un fronte trasversale che riconosce l’urgenza del tema e apre al dialogo con le parti sociali.

Dal lato tecnico e amministrativo, sono intervenuti Elena Griglio, capo dell’Ufficio Legislativo del MIT, e il Consigliere di Stato Dario Simeoli, che hanno evidenziato la necessità di rendere la revisione prezzi uno strumento davvero operativo, capace di rispondere alle dinamiche di un settore ad alta intensità di lavoro e funzione pubblica, anche attraverso ulteriori specifiche che sono pronti a delineare.

ANIR, tra i promotori della consulta, è intervenuto durante l’evento pubblico con il Presidente, Massimo Piacenti, e il Vicepresidente, con delega all’area mercato, Emilio Roussier Fusco.

Massimo Piacenti, Presidente di ANIR, ha sottolineato l’importanza di un dialogo istituzionale strutturato: «La disponibilità emersa oggi da parte di Governo e Parlamento segna un passo decisivo. I servizi pubblici rappresentano una vera e propria infrastruttura sociale: vanno tutelati con regole certe e stabili. La nascita dell’intergruppo parlamentare e l’apertura del Ministero rappresentano segnali concreti che il mondo dei servizi è finalmente ascoltato».

Emilio Roussier Fusco, Vicepresidente di ANIR, ha invece evidenziato gli aspetti tecnici della proposta: «La nostra richiesta non è una rivendicazione, ma un intervento di buon senso. Rendere operativa e obbligatoria la revisione ordinaria significa garantire continuità, legalità e coerenza con quanto già previsto nel Codice dei Contratti. Il riconoscimento da parte della dottoressa Griglio, dell’Ufficio legislativo del MIT, rafforza la fondatezza della nostra posizione».

«La sostenibilità non si garantisce solo con i numeri, ma con regole giuste e stabili», ha affermato la Consulta. «Senza un riequilibrio del sistema, il rischio è la perdita di servizi fondamentali per milioni di cittadini».

La Consulta dei Servizi proseguirà il suo percorso, a partire dalla richiesta di approvazione degli emendamenti presentati in sede di conversione del DL infrastrutture che modificano il Codice degli Appalti in tema di revisione prezzi.  «Avanzeremo le nostre istanze – conclude la Consulta – sino a che non sarà possibile alle nostre aziende di operare in un mercato normale, senza che la Pubblica Amministrazione sia tra le principali cause dell’insostenibilità economica dei servizi che eroghiamo, con conseguente danno per l’occupazione e per la qualità dei servizi resi».

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