«Le proposte di pura internalizzazione dei servizi di ristorazione collettiva che si registrano in questo ultimo periodo in svariati comuni italiani appaiono, in un momento difficile per l’Italia, frutto della demagogia più che di una reale esigenza. Si tratta di una deriva molto preoccupante poiché interessa in primis le scuole che già hanno subito stop e malfunzionamenti durante questo anno pandemico. E’ giusto che ci sia un intervento statale diretto sugli investimenti finanziari strategici-infrastrutturali, e l’azione di questo Governo è su questo evidente e opportuna per le politiche di ripartenza messe in campo: ciò a nostro avviso non vale per i settori di amministrazione e gestione ordinaria della cosa pubblica e della sua spesa. Nel nostro settore, che è un settore ‘labour intensive’, le dinamiche di libero mercato e di fair competition sono la strada da percorrere per la riduzione della spesa pubblica e innalzare il livello e la qualità dei servizi erogati. Uno stato moderno orientato alla ripresa, punta sulla massina efficacia ed efficienza dei servizi, lasciando alle spalle posizioni che spesso appaiono solamente ideologiche. Per questi motivi chiediamo di incontrare e interessare della questione il ministro della Istruzione Bianchi e in particolare quei sindaci e quegli amministratori che pensano di attuare politiche di internalizzazione nelle scuole». Lo dichiara Massimiliano Fabbro, presidente di ANIR-Confindustria (Associazione nazionale imprese ristorazione collettiva).