La Consulta dei Servizi, che rappresenta 19 associazioni nazionali e 4 filiere, accoglie con interesse gli emendamenti al Decreto Infrastrutture (A.C. 2416), in particolare quelli che intervengono su due aspetti cruciali per il futuro della ristorazione collettiva e dei servizi pubblici: la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e una maggiore uniformità nelle regole degli appalti di servizi e forniture.
La richiesta è chiara: serve un meccanismo stabile e strutturale per la revisione dei prezzi, a tutela delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini. Le soglie attuali del 5% si sono dimostrate insufficienti, soprattutto nei contratti pluriennali di settori ad alta intensità di manodopera e funzione pubblica, come la ristorazione collettiva.
Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria, dichiara:
«Tutti dicono di preoccuparsi del futuro dei servizi pubblici essenziali, ma il tempo delle parole è finito. Ora è l’occasione per farlo seriamente. Gli emendamenti al DL Infrastrutture sono l’unica risposta concreta che Governo e Parlamento possono dare al nostro settore. Se non arrivano subito regole certe e giuste, la ristorazione collettiva e tutto il comparto dovranno affrontare una crisi strutturale: a rischio la qualità dei servizi, la tenuta occupazionale e la sostenibilità delle imprese».
Emilio Roussier Fusco, Vicepresidente ANIR Confindustria, aggiunge:
«Serve un meccanismo obbligatorio e strutturale di revisione ordinaria dei prezzi nei contratti di servizi. Non si può continuare ad affrontare rincari e instabilità senza strumenti adeguati. È una misura di responsabilità, che tutela le imprese, i lavoratori e la qualità dei servizi erogati ogni giorno a milioni di cittadini».
Nel corso dell’evento “Con i Servizi Cresce l’Italia”, la Consulta ha presentato uno studio economico che evidenzia l’inefficacia della soglia del 5% e la necessità di ridurla al 3%, attivando la revisione automatica dei prezzi senza impatti significativi sulla spesa pubblica: oltre il 71% delle risorse stanziate resterebbe disponibile per le stazioni appaltanti.
La sostenibilità del settore è oggi seriamente compromessa: se gli emendamenti non verranno approvati, migliaia di imprese rischiano di non sopravvivere e centinaia di migliaia di posti di lavoro saranno a rischio. È inaccettabile che, mentre nel settore dei lavori pubblici la soglia per attivare la revisione prezzi sia stata giustamente abbassata al 3%, nei servizi sia ancora ferma al 5%. E che la revisione ordinaria sia solo facoltativa. Le imprese sono costrette ad assorbire da sole gli effetti di inflazione e rincari. È ora di superare questa evidente disparità, che penalizza imprese e lavoratori e danneggia l’intera collettività.
«La sostenibilità dei servizi si garantisce con regole giuste e stabili», sottolinea la Consulta. «La revisione ordinaria obbligatoria è una misura di responsabilità che tutela i servizi essenziali, l’occupazione e la qualità per milioni di cittadini. Chiediamo un intervento rapido sul Codice dei Contratti, come già previsto per i lavori, senza aggravi per la spesa pubblica. Senza un intervento urgente, lo abbiamo ribadito in più circostanze, tutto il nostro settore è a forte rischio. Prima di tutto per la diminuzione della qualità dei servizi che vengono erogati».
Il comparto dei servizi pubblici, che comprende ristorazione collettiva, vigilanza, servizi ambientali e facility management, di welfare e sociosanitari conta oltre 23.000 imprese, un milione di addetti e un fatturato di 70 miliardi di euro, rappresentando una vera infrastruttura invisibile ma indispensabile per il Paese.
La Consulta continuerà il confronto con Parlamento e Governo per costruire un quadro normativo moderno, equo e sostenibile, in grado di valorizzare i servizi pubblici come motore di crescita, occupazione e coesione sociale. La recente nascita di un intergruppo parlamentare dedicato al settore, sostenuto da esponenti di maggioranza e opposizione, testimonia l’urgenza e la trasversalità del tema.