Educazione alimentare e mense scolastiche. ANIR Confindustria: «Il cibo pubblico è parte del percorso formativo. Ora serve una visione unitaria e strutturale»

Ottobre 27, 2025

Le due iniziative presentate in questi giorni al Parlamento – la conferenza “Crescere in salute”, promossa dall’associazione Longaevitas APS, con l’annuncio della nascita dell’Intergruppo parlamentare “Alimentazione, Salute e Sostenibilità – Un investimento per il Paese”, e la presentazione del 10° Rating Foodinsider sui menù scolastici – hanno confermato la centralità di un tema cruciale per il futuro del Paese: il cibo pubblico come diritto, educazione e politica di welfare attivo.

Alla conferenza di Palazzo Madama, alla quale ANIR Confindustria ha partecipato insieme a numerose realtà del mondo produttivo, sanitario e sociale, è stato condiviso l’obiettivo di introdurre stabilmente nei programmi scolastici italiani l’educazione alimentare, la sostenibilità ambientale e la promozione di stili di vita sani. Un approccio che ANIR giudica positivo, purché inserito in una visione integrata che coinvolga anche la qualità e la continuità del servizio di ristorazione scolastica, parte essenziale del sistema educativo e sociale.

«L’educazione alimentare non può essere solo un’ora in più in classe: deve trovare continuità nel momento del pasto», afferma Massimo Piacenti, Presidente di ANIR Confindustria. «È nella mensa che si apprende davvero la cultura del cibo, la sostenibilità, la condivisione e il rispetto delle differenze. Per questo il cibo pubblico deve essere riconosciuto come parte integrante del percorso formativo e del welfare educativo del Paese. È lì che la salute diventa esperienza quotidiana e prevenzione concreta».

Il 10° Rating Foodinsider ha fornito un quadro utile al dibattito sul futuro della mensa scolastica, pur con criteri che meritano di essere oggetto di confronto. L’attenzione crescente alla sostenibilità, prodotti biologici e filiere locali, insieme alla riduzione di carni rosse e cibi processati, mostra che il sistema si sta evolvendo. Tuttavia, restano aperti nodi strutturali che richiedono una governance unitaria e un equilibrio tra qualità, costi e continuità del servizio. Anche l’ANAC, con la sua recente indagine conoscitiva, ha contribuito a chiarire la composizione del prezzo del pasto e i meccanismi di controllo nelle gare d’appalto, offrendo strumenti utili a migliorare trasparenza e qualità del servizio.

Un punto condiviso con il report di Foodinsider riguarda il valore delle cucine interne: dove il pasto viene prodotto direttamente a scuola – spesso da imprese qualificate che operano in sinergia con le amministrazioni – si riscontrano minori sprechi, maggiore varietà gastronomica e più alta soddisfazione degli alunni. «È la prova che un modello industriale di qualità, gestito da operatori professionali e radicato nei territori, è la via giusta per un cibo pubblico sostenibile», sottolinea ancora Piacenti. «Non serve tornare alla gestione pubblica diretta, ma rafforzare la collaborazione pubblico-privato con regole chiare, standard omogenei e un equilibrio economico che tuteli qualità e continuità del servizio».

Per ANIR Confindustria, la sfida è costruire una politica nazionale del cibo pubblico che unisca educazione, salute e impresa, superando frammentazioni e approcci episodici. La proposta di legge promossa da Longaevitas va in questa direzione: la mensa non è solo un luogo di consumo, ma uno spazio educativo e comunitario dove si formano cittadini consapevoli e sostenibili.

ANIR Confindustria sostiene l’iniziativa e invita chi condivide questa visione a sottoscrivere la proposta di legge per l’introduzione dell’insegnamento dell’educazione alimentare, ambientale e agli stili di vita sani nelle scuole e negli enti di formazione delle Forze Armate, di Polizia e di pubblico soccorso.

È possibile firmare online in meno di un minuto con SPID o Carta d’Identità Elettronica a questo link: https://rebrand.ly/Firmaperlasalute

«Il cibo pubblico non è assistenza, ma una politica attiva di welfare,» conclude Piacenti. «Nelle scuole, negli ospedali, nei luoghi di lavoro, la ristorazione collettiva tiene insieme salute, economia e coesione sociale. Serve una visione nazionale che metta a sistema educazione alimentare, qualità degli appalti e risorse stabili. ANIR è pronta a collaborare con istituzioni, Parlamento e associazioni per costruire un modello di sviluppo che metta il cibo pubblico al centro del benessere e dell’uguaglianza».

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